Regia di Jacques Tourneur vedi scheda film
Un buon noir alla "Grande sonno", anche se più nelle atmosfere che nei temi. L'investigatore privato - ben interpretato da un giovane Mitchum - è qui per definizione al servizio del cattivo (un quasi inedito Kirk Douglas, in qualità di vilain), e questo suo "peccato originale" farà sentire il proprio peso sbucando "fuori dal passato" (come suona il titolo originale, "Out Of The Past") per condannare senza appello chi se n'è macchiato. "Le catene della colpa" è accomunato al "Grande sonno" (libro e film) anche dall'incomprensibilità della trama, e se il film sembra troppo lungo con l'aggiunta delle scene originariamente espunte e reintegrate oggi in lingua originale e sottotitoli, acquista almeno una sua plausibilità logica, lasciando allo spettatore il dubbio di che cosa dovesse sembrare senza la funzione esplicativa di quelle scene. Il titolo italiano, sebbene eccessivamente melodrammatico, non è stavolta del tutto futile e fuorviante, stando ad indicare che le colpe e le infedeltà del passato si ripercuotono su un presente e su un futuro che non si riesce a realizzare migliore. E il noir di Tourneur riesce nell'intento di mettere in scena con coerenza questa tematica, anche grazie ad alcuni espedienti interessanti, come le tre figure femminili, una buona (Meta), una cattiva (la segretaria del commercialista) e una ambigua (la fascinosa Kathie); come le figure dei gangster tutto sommato abbastanza simpatiche, a cominciare da Douglas per arrivare ai suoi scagnozzi; come il ragazzo sordomuto, unico testimone del tutto innocente che sopravvive alla tragedia. Il tempo si fa un po' sentire e lascia qualche ruga sul film.
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