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Una donna per tutti

Regia di Paul Vecchiali vedi scheda film

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John_Nada1975

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La recensione su Una donna per tutti

di John_Nada1975
5 stelle

Marianne Basler è veramente-forse- troppo bella in maniera folgorante, abbacinante come la gioventù, luminosa, levigata, in una parola la perfezione sotto forma di eterno e rinnovato femminile-spesso nudo anche di pelliccia-,  per fare la prostituta di strada nel distretto a luci rosse di Les Halles.

Ma è anche appunto talmente splendida che se non fosse stata lei la protagonista, almeno da uomo non ti saresti ricordato di questo melò inconsueto -anche per la filmografia di Paul Vecchiali- a oltre 35 anni dalla sua vhs italiana e quasi 40, dall'uscita italiana cinema(nel quale si cercò basandosi sul titolo originale "Rosa la Rose- Fille Publique", di rifarsi a ''La Femme Publique" di Andreij Zulawski con Valèrie Kaprinsky, e intitolarlo quindi "Una Donna per tutti") del tutto favolistico è pure il carattere di Rosa/Basler  l'approccio con i clienti e la loro tipologia, ben distante da quella che è la realtà ma il film certamente, non vuole assolutamente risultare veristico, e aspira così anzi al romanticismo e ad una visione poetica- almeno fino ad un certo punto-, del realismo poetico francese del cinema prebellico e degli anni sessanta tra musical e Nouvelle vague senza esserlo di Jacques Demy, omaggiato fin dalle dediche a Jean Renoir, Max Ophüls come alla immancabile ispirazione e musa di VecchialiDanielle Darrieux a Dora Doll.

Del quale cerca di ricreare l'atmosfera dal B/N ai colori(ma non di ambientazione essendo sempre nel 1985, mentre dalla rivista pare che sia un film d'epoca), e a partire gia dai vestiti-costumi delle prostitute colleghe di Rosa, e del loro proporsi alla vita sempre con un fondo di cameratismo ottimismo e il sorriso, che oggi forse farebbe pure incazzare qualche femminista, quando invece è un film indubitalmente femminista, ma abbastanza con un cuore e un cervello. 

Poi nella seconda parte di una contenuta durata per circa 87', vi è un notevole scarto drammatico e le situazioni si fanno via via sempre più drammatiche, nere, veriste, nonostante la cornice sia sempre all'insegna di una ricerca del romanticismo, più o meno disperato, come nel personaggio del bravo ragazzo operaio in cerca soltanto di sentimento, interpretato da Pierre Cosso, verso un finale abbastanza prevedibilmente tragico, ma piuttosto esagerato. Un must del cinema francese anni '80, per quanto riguarda la fotografia dai cromatismi caldi e accesi di Renato Berta e Georges Strouvè, i costumi(il vestito blu elettrico della Basler e che un pò la identifica, è firmato Jean-Paul Gaultier)di Nathalie Cercuel e Antoinette Dimanche, la bella colonna sonora di Roland Vincent.

Jean Sorel è l'elegante e iperappassionato di cinema francese fra le due guerre-cone della "sua" Rosa-,pappone Gilbert, con Peugeot ammiraglia 604.

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