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Come le foglie al vento

Regia di Douglas Sirk vedi scheda film

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La recensione su Come le foglie al vento

di ripley77
10 stelle

Emaneula Martini,Lost Highway,Film Tv : "Dietro lo specchio" : Al centro c'è una famiglia,spesso numerosa,sempre conflittuale,origine e nido delle nevrosi,delle tensioni,delle fughe in avanti o inditero dei protagonisti.Se la famiglia no c'è (come accade al reduce scrittore interpretato fa Frank Sinatra in Qualcuno verrà di Minnelli),c'è stata,e continua ad attrarre nella propria ombra,in un rendiconto ossessivo e raramente liberatorio,i protagonisti.La famiglia esiste anche per i fuori casta,il "white trah" James Dean (Il gigante),il bastardo George Pappard (A casa dopo l'uragano),l'onesto povero Rock Hudson(Come le foglie al vento):è quella degli altri,dei ricchi,dei potenti,dei dominatori,quella alla quale si vorrebbe appartenere e che si osa sfidare,per rabbia,rivincita o idealismo.Intorno alla famiglia c'è,più o meno intuito,tratteggiato e articolato,un assetto sociale ed economico che costringe singoli e gruppi a essere quello che sono.Ci sono i country club(rigida istituzione di esibizione sociale di provincia,dove i ricchi bianchi vanno a guardare ed essere guardati,a tessere matrimoni e combinazioni d' affari);ci sono i bar della stazione di servizio,i localacci dispersi nella palude e nei bassifondi della città,le hall di hotel compiacenti,dove i petrolieri e i notabili si mescolano con i loro sottoposti,per sbronzarsi o "rimorchiare"(e dove si avventura persino la femmina folle,la bionda Marylee,dissennata discendente di una stirpe altezzosa);e c'è il vicinato,che scruta,soppesa,valuta,mormora,si impiccia e "ordina" i comportamenti sociali.Se c'è stato un genere che,per circa un decennio,ha descritto senza parere un quadro terrificante dello stile di vita americano,della soppressione metodica della felicità individuale indotta dalla morale corrente,questo è stato il "family melodramma",melò familiare,che potrebbe a ragione definirsi "sociale".Inaugurato(ma apporre date precise a tendenze serpeggianti nell'immaginario è comunque impossibile)nel 1951 da Un posto al sole di George Stevens e più o meno concluso all'inizio degli anni '60 dall'ultimo,anomalo esemplare(Splendore nell'erba di Elia Kazan
che,come aveva già fatto Nicolas ray con Gioventù bruciata,fonde il dramma giovanile con quello familiare),il melò americano degli anni '50 ha mascherato le proprie asprezze dietro colori fiammeggianti e dècor sovraccarichi,dietro volti "divini" e storie all'apparenza insensate,eccessive,strappalacrime.Ma era l'eccesso,la febbre,della "malattia"quello che lo percorreva:malattie di donne che si ostinavano a rimanere "in carriera" anche quando il dopoguerra le voleva relegate al ruolo di casalinghe perfette(la combattiva Barbara Stanwyck,la caparbia Susan Hayward,l'ingualcibile Lana Turner,che proiettava nella finzione le ombre cupe della sua personale vita familiare),di mogli esemplari che rincorrevano ormai mature la felicità(l'impagabile Jane Wyman dei film di Sirk,Dorothy McGuirre in Scandalo al sole),di rampolli sposati(Robert Stack su tutti) e ragazze frenetiche(Dorothy Malone,Carroll Baker,Susan Kohner),di parole non dette e segreti ostinatamente rinchiusi negli armadi,di padri e madri afoni e distratti e di figli ciecamente ribelli o cupamente conformisti(quelli ,gelidi,di Jane Wyman in Secondo amore).erano tutti i desideri repressi di un mondo che si specchiava nella sua perfezione piccolo-borghese e si scopriva grigio,banale,disperato.

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