Regia di Nicolas Pariser vedi scheda film
“Alice e il sindaco” vive di un affiatamento e un’energia vibranti e preziose, di diretta provenienza da certo cinema francese d’autore (mi viene in mente Rohmer). Un film tutto di scrittura, sobrio nello stile, che narra l’incontro di due generazioni lontane eppure accomunate da una solitudine valoriale nella quale cercarsi e ritrovarsi. Un film, poi, sulla contemporanea crisi dell’idea. Il campo da gioco è la politica, ma il messaggio è facilmente trasferibile allo status quo attuale del cinema, alla sua difficoltà di reinventarsi, allo stallo scaturente – per l’appunto – da quell’idea mancante che impedisce al racconto di venire alla luce.
Un cinema quindi di parole, commedia drammatica da camera che spesso però rischia di collassare nella propria verbosità. Stimolante e intelligente, “Alice e il sindaco” impiega forse troppo tempo a rendere comprensibile il proprio disegno.
Film delizioso e scorrevole, che partendo dal piccolo raggiunge grandi tematiche e ci mette di fronte a rilevanti quesiti: di cosa è fatta veramente un’idea? Può un’idea garantire il corretto funzionamento della politica? E che relazione e dialogo possono esserci tra il politico e l’intellettuale?
Da vedere a mente lucida e attenta: richiede grande concentrazione e lungimiranza, ma lo sforzo è ampiamente ripagato. La lingua originale è decisamente preferibile.
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