Regia di Marc Collin vedi scheda film
TFF 37 - TORINO 37 "Lo vuoi capire che ormai il rock è destinato a divenire una musica da museo come il jazz!?!" Fare musica senza sfiorare uno strumento.
A fine anni '80, in una Parigi delle scooerte musicali a cui nemmeno più il rock basta più per accattivare e convincere, la bella ed intraprendente Ana si chiude in casa di un amico musicista in crisi sabbatica e, con gli strumenti elettronici di un amico di un amico, si concentra sul sound artificiale ma altamente accattivante che segnerà la storia ed il successo della musica di tutti gli anni '80 e' 90, ed in parte anche di oggi.
La bella nipote di Alejandro Jodorowski, ovvero Alma, figlia di Brontis, si appropria del personaggio battagliero ed ostinato di Ana, e rende credibile e godibile un piccolissimo film incentrato su una tosta indomita donna, una per quei tempi avveniristica drum machine e i produttori che non capiscono e petdono l'occasione per centrare il bersaglio di una nuiva frontiera musicale.
Ambientato in soffocanti interni accuratamente riprodotti con i cimeli d'epoca che noi cinquantenni ben ricordiamo a corredo della nostra ormai lontana giovinezza, Le choc du futur, opera prima di Marc Collin ritrova l'ossigeno dello spazio aperto verso un finale che è una presa di coscienza del proprio sforzo e della risoluzione che anima la tenace protagonista, a cui la giovane Jodorowski dà volto e corpo (entrambi notevoli) con pertinente e vivace esuberanza.
Musiche accattivanti per ritmo tenace, testimonianza viva e accorata di un periodo rivoluzionario di musica sintetizzata ed artificiale che sarà pur artefatta e assemblata, assai pur sempre piacevole da rispolverare, abbandonandosi al ritmo coinvolgente che pulsa ancora con un entusiasmo esaltato simile a quello percepito in quel periodo pionieristico.
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