Trama
Dopo essersi incontrati, molto tempo addietro, e aver vissuto una folgorante passione, Jean-Louis Duroc e Anne Gauthier sono pronti per l'epilogo della loro storia d'amore. L'ex pilota si perde spesso nei suoi ricordi e il figlio si impegna a ricercare colei di cui il padre parla sempre. Sarà così che Anne vedrà nuovamente Jean-Louis, facendo in modo che la loro relazione ricominci da dove si era interrotta.
Approfondimento
I MIGLIORI ANNI DELLA NOSTRA VITA: UN UOMO, UNA DONNA CINQUANT'ANNI DOPO
Diretto e sceneggiato da Claude Lelouch, I migliori anni della nostra vita racconta la storia di Jean-Louis Duroc, un tempo campione a livello internazionale di auto da corsa che si trova ora in una casa di riposo. La sua memoria talvolta vacilla ma su un punto rimane stabile: il ricordo della storia d'amore vissuta con Anne Gauthier 50 anni prima. Il figlio Antoine ne è consapevole e decide di andarla a cercare. Se Anne accetterà di recarsi a trovarlo, questo forse potrà fare del bene a suo padre. Anne accetta.
Con la direzione della fotografia di Robert Alazraki, le scenografie di Bernard Warnas, i costumi di Christel Birot, e le musiche originali composte da Frances Lai e Calogero, I migliori anni della nostra vita riprende le fila di una delle più iconiche storie d'amore del cinema francese, cominciata in Un uomo, una donna nel 1966 e rivisitata vent'anni dopo in Un uomo, una donna oggi. Da sempre a caccia di emozioni, Lelouch è un amante della vita e ama celebrarla in tutti i suoi aspetti più potenti e inaspettati. Abile nell'esplorare come cambiano i modi di comunicare, ha realizzato con I migliori anni della nostra vita, suo quarantanovesimo lungometraggio, qualcosa di unico nel panorama cinematografico, riunendo la stessa coppia di attori negli stessi ruoli a cinquant'anni di discorso. Riallaccia così le fila di un discorso che, lungi dall'essere una conclusione o un epilogo, meritava secondo la sua visione qualcosa di nuovo. Ha infatti sottolineato il regista in occasione della presentazione del film fuori concorso al Festival di Cannes 2019: "Dovevano accadere molte cose prima che questo film vedesse la luce. Prima di tutto, mezzo secolo fa, mi si doveva fissare alla mente l'immagine di una donna e del suo cane in lontananza a Deauville Beach. Era quella che definisco l'immagine della vita stessa, che mi ha in seguito portato a creare moltissime altre immagini. Si trattava di qualcosa di delicato, di un fotogramma che non sarebbe mai scomparso dalla memoria. Dovevo poi fare ciò che volevo. Sono caduto e mi sono rialzato. Ho vissuto fallimenti e successi. Ho avuto bisogno della libertà di fare esattamente ciò che volevo. Ho necessariamente preteso che ritornassero a lavorare con me Anouk (Aimée) e Jean-Louis (Trintignant), due volti senza tempo che sembrano fermi lì dove li avevo lasciati. Dovevo sentire l'esigenza di catturare tutto l'arco di un'esistenza attraverso il viaggio dei loro due personaggi. I migliori anni della nostra vita attinge la sua autenticità da una realtà che ha lasciato le sue tracce in tutti noi. Le immagini del passato si combinano con quelle del presente creando nelle nostre menti un vivace andirivieni. Ciò rende il film universale e offre ai personaggi un nuovo punto di partenza".
"Non mi piace pensare a I migliori anni della nostra vita come a un sequel", ha aggiunto Lelouch. "Sin dall'inizio, volevo che potesse vederlo anche chi non ha mai visto Un uomo, una donna: doveva dunque reggersi in piedi da solo ed essere autonomo. Il film raccoglie i semi di una storia d'amore cominciata nel 1966 e che ha lasciato il segno. Si tratta dunque di un'opera sulle tracce che ognuno di noi lascia nell'altro. Nel primo flashback, Anouk Aimée invia un telegramma a Jean-Louis dicendogli "Ti amo": è una dichiarazione che finisce per rovesciare le loro esistenze. Tutto inizia nel preciso istante (straordinario) in cui una donna ha il coraggio di dichiarare i propri sentimenti. Se ci pensiamo, dichiararsi a qualcuno è la cosa più difficile che possa farsi. Una volta che si è fatta una dichiarazione o la si è ascoltata, tutto assume un'altra connotazione. All'improvviso, realizzi che valeva la pena nascere e che ogni cosa vissuta aveva un senso. Nella sua brevità, un "ti amo" compensa ogni cosa".
Il cast
A dirigere I migliori anni della nostra vita è Claude Lelouch, regista e sceneggiatore francese. Nato a Parigi nel 1937 da una famiglia ebraica di origine algerina, si è appassionato al cinema sin dall'infanzia e ricevette in regalo la sua prima cinepresa dal padre a diploma ottenuto. Facendosi le ossa nel mondo… Vedi tutto
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Commenti (5) vedi tutti
Noiosissimo come solo un film francese sa essere... forse qualcosa di più...
commento di Artemisia1593Ottimo. Voto 8.
commento di PacxiottoViaggio nel tempo, nella memoria e nell'inconscio ad uso e consumo dei fan di Claude Lelouch.
leggi la recensione completa di LIBERTADIPAROLA75Come spesso accade con Lelouch, il film non mi ha convinto nè soddisfatto. Diciamo che il regista è stato soprattutto bravo nel mettere a frutto il suo grande successo del 1966 sul quale è ritornato per la terza volta (un po' stancamente devo dire) a oltre cinquant'anni di distanza.
commento di (spopola) 1726792La parte interessante sono gli otto minuti in cui davvero attraversò Parigi a 200 all'ora. Il titolo giusto è quello originale: "Gli anni più belli di UNA vita", la sua. Per autocelebrarsi ha dovuto ripescare i suoi portafortuna, Anouk Aimée, 87 anni ma potrebbero essere 70, con il sempre espressivo Trintignant, 89, che fa tenerezza.
leggi la recensione completa di cherubino