Regia di Bruno Dumont vedi scheda film
1429-1431: gli ultimi due anni di vita della giovanissima Giovanna d'Arco, catturata dagli inglesi e quindi processata e condannata al rogo in quanto eretica.
Questo film è il sequel di Jeannette, l'enfance de Jeanne d'Arc, che Bruno Dumont aveva diretto due anni prima, ma sostanzialmente non può dirsi più di tanto apparentato con la precedente pellicola. Questo perché stavolta la sceneggiatura – dello stesso regista – sembra emanciparsi maggiormente dal testo di partenza di Charles Peguy (seguito pedissequamente in Jeannette) e nel complesso il lavoro risulta qui più improntato alla cronaca dei fatti che, come nel primo film, alle riflessioni al di sotto della superficie (il misticismo, il delirio, la caratterizzazione decisa della protagonista). Insomma, Jeanne è più biopic nel senso concreto del termine e questo lo si deve anche alla molto, molto minore presenza delle musiche, stavolta affidate a Christophe e decisamente più sobrie e minimaliste di quelle osate da Igorrr in Jeannette. In ultimo, la seconda metà di questa pellicola è pressoché interamente girata in interni – la cattedrale di Amiens – mettendo così ancora più distanza dal precedente titolo di Dumont, interamente ambientato in aperta campagna. Quel che non cambia rispetto agli standard del regista sono i dialoghi laconici, i raccordi logici claudicanti, gli scenari vuoti e/o desolati e la scelta di interpreti 'tendenti al freak', se così si può dire senza voler sembrare in alcun modo offensivi. Lise Leplat Prudhomme, già protagonista di Jeannette, veste bene i panni di Giovanna d'Arco pur rilevando un certo qualche cosa di inquietante nella presenza di un'attrice di 10 anni in un ruolo che ne richiederebbe circa il doppio. Due ore e un quarto che sembrano duecento, a ogni modo. 3/10.
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