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Deadwood - Il film

Regia di Daniel Minahan vedi scheda film

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La recensione su Deadwood - Il film

di Furetto60
6 stelle

Epilogo della fortunata serie omonima.Discreto western

La mitica serie western, creata da David Milch, è andata in onda, con grande riscontro di pubblico, fino alla terza stagione. Per tutta una serie di fortuite circostanze, la tanta attesa quarta serie non fu più trasmessa, lasciando i tanti fan, orfani di una conclusione. Col passare degli anni, si è spesso parlato di una riesumazione di Deadwood sotto forma di singolo film, per consegnare quell'epilogo che all’epoca era venuto a mancare. Nel 2018, giunse l'annuncio ufficiale del film, in un ritorno triste, se si pensa al vissuto di David Milch, il quale proprio negli ultimi anni ha apertamente dichiarato di essere affetto dal morbo di Alzheimer, diagnosticatogli nel 2015. Un dettaglio non da poco, che rende particolarmente amara la riflessione sulla memoria, che sollecita questo ultimo passaggio nel mondo di Deadwood. Trascorsi dieci anni da quando l’avido capitalista George Hearst ha lasciato la città, dopo aver seminato morte e distruzione, per assecondare la sua sete di denaro e potere, il milionario è tornato in città, fregiandosi della carica di Senatore e con l’intenzione di espandere il proprio dominio nel mercato delle comunicazioni e cosi proseguire i suoi loschi traffici. Nell’avamposto la popolazione è ancora ferita e disorientata. In verità la vita non era facile, neanche prima dell’avvento del malefico imprenditore, dominata da un’anarchia senza regole e senza leggi, tranne quella “del più forte”, dove odi, amicizie e interessi avevano creato una rete di ambigue relazioni. Dall’integerrimo sceriffo Seth Bullock, alla diabolica saggezza criminale di Al Swearengen, proprietario del saloon ma in sostanza, l’effettivo padrone della cittadina, l’avamposto si era costituito  in una comunità salda, avulsa dai meccanismi della modernità, a partire dal martirio di Wild Bill Hickok, leggenda del West che sui tavoli di gioco aveva trovato  la sua nemesi, in  una comunità ove prosperavano fuorilegge, prostitute, avventurieri, cowboy, ultimo baluardo all’avanzata del capitalismo spietato che ora incombe, con i suoi tralicci. L’annessione agli Stati Uniti, celebrata in pompa magna, proprio dal feroce George Hearst, ora diventato onorevole senatore, è l’ultimo passo, per una capitolazione inevitabile. Deadwood da adesso in poi deve adeguarsi, siamo ormai nel 1889, nella ormai ex cittadina di frontiera, sono arrivati i segni del progresso. Sol Star convive con la prostituta Trixie dalla quale aspetta un bambino che sta per nascere, poi la sposerà, Al Swearenger dirige ancora il Gem Saloon con i suoi scagnozzi, ma ormai in pessime condizioni di salute, è pronto a passare il testimone. Durante i festeggiamenti, Trixie si affaccia al balcone, per inveire contro Hearst davanti all’intera popolazione, rivelandogli così di essere ancora viva, nonostante fosse stato egli stesso a commissionare il suo omicidio, allora Al era stato costretto ad uccidere un’altra donna al posto suo, spacciandola per Trixie, e acquietando cosi i propositi di vendetta di Hearst. Il senatore, per alzare i pali della luce, deve passare per il terreno di Charlie Utter, il quale viene prima avvicinato, da costui che per acquisire il prezioso latifondo vuole acquistare, poi dopo il suo sprezzante rifiuto, Charlie viene trucidato da due killer balordi, al soldo del Senatore Hearst. L’evento sarà la miccia per un nuovo contenzioso, c’è un testimone, ma è nero e spaventato ,cercheranno di zittirlo. Altri due grandi ritorni in città sono quelli di Alma Ellsworth ricca e  con la figlia ormai grande, con tanta voglia di vendicarsi dell’uomo che le ha ucciso il marito, peraltro ancora innamorata di Seth e poi la colorita “Calamity Jane “ Si può anticipare che il faccendiere assassino troverà pane per i suoi denti. Rispetto alla serie, il film procede a un ritmo leggermente più veloce, raccontando una storia completa, chiudendo il cerchio e la saga di Deadwood e dei suoi abitanti e ripagando gli spettatori della lunga attesa. Fatta eccezione per i personaggi assenti per cause di forza maggiore, ci sono proprio tutti, per un western crepuscolare, malinconico, con i dialoghi dal tratto “shakespeariano” Il film, è attraversato da un senso di tristezza e nostalgia per questo breve ritorno tra le vie di una città dal fascino inquietante. Una malinconia avvolgente che, però, lascia trapelare la forza di personaggi che, pur consapevoli del loro essere fuori tempo, non si rassegnano al futuro, allo Stato, a Hearst. Non ci sono sorprese, ma il film è ben realizzato e ben interpretato.

 

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