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Vivarium

Regia di Lorcan Finnegan vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Vivarium

di axe
6 stelle

Una giovane coppia alla ricerca di una casa da acquistare incappa in uno strano agente immobiliare, il quale, promettendole l'"abitazione ideale" la conduce presso un quartiere composto da villette a schiera, tutte uguali tra loro ed inquietantemente "perfette". Dopo aver mostrato l'appartamento, l'agente sparisce; i due ragazzi, Gemma e Tom, non riescono più a lasciare il quartiere, girando con la loro automobile per trovarsi sempre nello stesso posto, finchè la benzina finisce; pertanto non hanno altra scelta che abitare la casa mostrata loro, contrassegnata dal numero 9. Un'entità misteriosa inizia a rifornirli di cibo preconfezionato ed affida loro un neonato, con il compito di crescerlo in cambio della facoltà di "essere liberi". Mentre il bambino si sviluppa con velocità innaturale, i due giovani, non riconoscendosi nel ruolo di genitori, sviluppano atteggiamenti diversi. Gemma tenta d'instaurare un dialogo con lo strano personaggio, per meglio comprendere il suo mistero; Tom inizia a scavare una profonda buca in giardino, immaginando di sentire dei rumori provenire dal sottosuolo. Non c'è scampo per i due, avendo come unico fine del loro sopravvivere il condurre il bambino ad età adulta. Divenuto completamente autonomo, il ragazzo s'allontana dal quartiere e prende il posto dell'agente immobiliare, parallelamente invecchiato anzitempo, perpetuando il meccanismo. Nelle intenzioni del regista Lorcan Finnegan, la triste vicenda della coppia è astrazione delle dinamiche che regolano la moderna società occidentale, la quale baserebbe il suo essere sulla sequenza di azioni produci-consuma-muori. Tom e Gemma, nell'analisi del regista sono ossessionati dalla necessità di comprare una loro casa, a simbolo di una tensione verso il completamento della vita, una perfezione che non potrà mai essere raggiunta. L'agente immobiliare offre loro l'accesso a questo mondo, ed essi, nel momento in cui comprendono l'assurda futilità di tutto ciò - è un mondo desolato, innaturale, straniante - ne rimangono prigionieri. Non possono fare altro che attenersi alle istruzioni, allevare la creatura affidata loro, sulla cui natura rimane incertezza - dalle informazioni fornite, possiamo immaginare si tratti di esseri alieni - in attesa di una salvezza che non arriverà mai. Il regista esprima le sue idee con chiarezza; scenografie, costumi, personaggi sono ridotti all'essenziale, una scelta che non consente divagazioni. Ritengo, che, benchè le pressioni siano fortissime, poichè è vitale per la sopravvivenza della società dei consumi che alcuni meccanismi siano rispettati - abbiamo visto a causa del dilagare del coronavirus cosa accade quando, giocoforza, gli "ingranaggi" s'inceppano - il singolo abbia sempre la possibilità di scegliere se conformarsi, in tutto, in parte o per nulla. Ai due protagonisti del film la scelta non è stata lasciata. Se il regista vuole lanciare un monito, a mio parere, coglie nel segno. Se vuole semplicemente dirci che non c'è speranza, mi sento di non condividere. Ad un primo impatto l'opera potrebbe non essere gradita. Di fatto è un semplice thriller d'ambientazione fantascientifica che crea una forte tensione destinata a sciogliersi in diverse domande lasciare senza risposta; nella comprensione del simbolismo utilizzato da Lorcan Finnegan è la chiave per una migliore comprensione e relativo apprezzamento.

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