Regia di Lorcan Finnegan vedi scheda film
Dopo un inizio inquietantissimo, che riprende con efficacia il tema del quartiere residenziale apparentemente perfetto, ma in realtà incubatore di angosce ed incubi, già toccato in tanti film, Vivarium perde per strada un po’ di smalto, cadendo nella nella ripetitività della sua formula. Pertinentissima resa scenografica dei non-luoghi trappola.
72 FESTIVAL DI CANNES 2019
SEMAINE DE LA CRITIQUE
Una giovante coppia, Tom e Gemma (Jesse Eisenberg e Imogen Poots), alla ricerca di un’abitazione, incappa in un bislacco agente immobiliare, che li conduce a visitare un’apparentemente amena villetta in un lindo quartiere residenziale, che possiede la sinistra caratteristica di non poter più essere abbandonato, in quanto, sulla via del ritorno, loro auto continua girare in tondo lungo le stesse strade, riportando ineludibilmente alla casa numero 9. Oltre a non poter lasciare quel luogo finto ed isolato, in quanto nelle schiere di identiche villette verdoline non pare dimorare anima viva, la coppia si vede anche recuperare un indesiderato pacco contenente un neonato, accompagnato dall’ingrato compito di crescerlo. Man mano che il bambino cresce a vista d’occhio a ritmi accelerati, si tramuta ben presto in un presenza saccente ed esasperante, capace di mettere ad ancora più dura prova la psiche già provata di Tom e Gemma, scavando un cuneo sempre più profondo all’interno della coppia.
Dopo un inizio inquietantissimo, che riprende con efficacia il tema del quartiere residenziale apparentemente perfetto, ma in realtà incubatore di angosce ed incubi, già toccato in tanti film, dal Truman Show a Pleasantvillle, passando per innumerevoli horror “suburbani”, l’opera di Lorcan Finnegan perde per strada un po’ di smalto, cadendo nella ripetitività della sua formula, senza ricucire ad andare molto oltre allo spunto iniziale. Comunque il mistery surreale si avvale di una pertinentissima resa scenografica nella ricostruzione della casa e del quartiere, angoscianti non-luoghi trappola.
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