Regia di Mario Camerini vedi scheda film
Una famiglia di industriali va in rovina, si ritira a vivere in campagna e i suoi componenti prendono strade diverse: da una parte il padre cerca di darsi da fare e la figlia impartisce lezioni private di inglese per contribuire all’economia domestica, dall’altra la matrigna si mette a dipingere e blandisce un corteggiatore, il figlio accumula debiti di gioco e frequenta compagnie equivoche; su tutti veglia un cugino onesto e laborioso, che non ha mai avuto grilli per la testa ed è segretamente innamorato della ragazza. Dal dramma omonimo di Giuseppe Giacosa, la cui morale è nel titolo: i più deboli si comportano come le foglie in autunno, spazzate via dal vento. Nell’ottica del regime diventa un’esaltazione delle sane virtù lavorative, e si può scorgere anche un cenno alla politica di autarchia linguistica nel fastidio provato per chi usa la parola “week-end”. Recitazione estremamente compassata, secondo i canoni dell’epoca; il più simpatico è come sempre Nino Besozzi, nonostante la rigidità del suo personaggio.
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