Regia di Peter Mackie Burns vedi scheda film
Quando decidi di raccontare il punto di vista emozionale di un uomo rimasto orfano di padre, in età matura senza osare il minimo accenno alla sua infanzia o alla sua visione della vita, a meno che tu non abbia uno spiccato senso dell'intimità necessaria per creare il giusto effetto empatico con lo spettatore, finisci per costruire una pellicola dai tempi lunghi, colma di dialoghi spesso vuoti, condita da immagini statiche prive di inquadrature simboliche.
Peter Mackie Burns decide di usare il punto di vista intimo. Sembra voler entrare nell'anima del protagonista proprio nel momento in cui questi decide di lasciarne fuori il mondo.
Ne deriva una pellicola complessa, priva di elementi narrativi o visivi capaci di catturare l'attenzione di chi guarda reso talvolta perplesso dall'utilizzo di storie che si intersecano alla trama principale ma che sembrano essere messe lì senza prendersi la briga di spiegarcene il motivo e tutto sembra un vortice di parole senza un verso.
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