Regia di Cathy Brady vedi scheda film
TORINO FILM FESTIVAL 38 – CONCORSO TORINO 38
In una Irlanda inglese ancor più tentata dalla separazione dal Regno Unito dopo la rivincita della cosiddetta “Brexit”, la fuggiasca Kelly fa rientro inaspettatamente, dopo quasi un anni senza aver dato notizie di sé, a casa della sorella maggiore, sposata con un bravo tipo.
Entrambe le sorelle hanno dovuto convivere col trauma di aver perso in età ancora infantile, entrambi i genitori. Ma è la scomparsa della madre, contornata da malignità, pettegolezzi, e voci maliziose che la vogliono suicida, ad aver creato nelle due ragazze un disagio esistenziale che si trasforma in incapacità di rapportarsi col resto del mondo, ed in particolare con i cittadini del piccolo borgo natio che ospita le due sorelle.
Se da un lato il ritorno inaspettato della sorella, allevia un po' il dolore ed il mal di vivere dell'altra, dall'altro, la presenza all'interno di quelle medesime mura, accentua il disagio che solo una verità, spietata ma non conosciuta o rimossa circa la fine della madre, può in qualche modo chiarire definitivamente, placando certi atteggiamenti fuori controllo che, sempre più spesso, vedono coinvolte le due sorelle, sempre più additate dalla comunità come afflitte dal medesimo male psicologico che ha reso impossibile alla madre la sopravvivenza.
Dietro uno scorcio politico ottenebrato da strati cumuliformi di nubi difficili da dissipare, si consuma un dissidio decisamente più privto, anche quando reso esplicito di fronte ad una comunità da un lato comprensibilmente turbata dalla storia triste e dolorosa che ha già afflitto le due sorelle protagoniste, ma dall'altro irreprensibilmente attaccata lla propria smania di fantasticare e sparlare dei fatti altrui, aprendo ferite già scarsamente rimarginate.
Possiede una densa e tesa struttura narrativa il film della giovane regista Cathy Brady, che trasforma quasi in un thriller psicologico una propria privata ricerca di riscatto che Laurel e Kelly pretendono venga loro assicurato e riconosciuto.
Un film teso e incalzante, avvalorato da due attrici in stato di grazia come Nora Jane Noone (la ricorderete in Magdalene) e Nika McGuigan, avvolte e sopraffatte dalla presenza di un evocativo ed inquietante cappotto rosso materno che non fa che compromettere il già sufficientemente alterato equilibrio psicologico di entrambe.
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