Regia di Rose Glass vedi scheda film
Maud è una infermiera che presta servizio a domicilio. Fervente religiosa, vive sola in un appartamento spartano, ed è convinta che Dio abbia in serbo per lei qualche compito speciale. Un giorno viene chiamata ad assistere una donna di spettacolo ammalata di cancro. Quest’ultima, ancora piena di vita nonostante la malattia, urterà la sensibilità di Maud, la quale finirà per vedere in lei un’incarnazione del maligno.
In Santa Maud - della regista Rose Glass - l’horror si fa pretesto per una sottile indagine psicologica. La disamina si incentra sulla personalità disturbata della protagonista, la cui fede esasperata è segno di un malessere che viene dal profondo e finisce per dominare il suo corpo e la sua mente. Un malessere, forse, che parte da un rapporto problematico con il sesso, verso cui Maud sembra provare una sorta di attrazione-repulsione: sopprimendo le pulsioni del corpo lo spirito si innalza e, allo stesso tempo, cade nel vortice della nevrosi. Maud vuole farsi martire attraverso la sofferenza, sofferenza che ci viene trasmessa, così come il buio della sua mente, che finisce per opprimerci. Sappiamo che le visioni di Maud sono irreali, frutto della sua mente, eppure, non per questo, appaiono meno violente o terrificanti.
Dopo Babadook, di Jennifer Kant, ecco un altro notevole film horror uscito negli ultimi anni firmato da una donna.
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