Regia di Robert Heydon vedi scheda film
Una giovane coppia borghese decide di traslocare in un bel quartiere residenziale per ben accogliere alla vita il figlio che Larissa porta in grembo, frutto del suo amore per il brillante giovane avvocato Matt. Un giorno la donna, cercando di familiarizzare con l'anziana vicina, assai riservata e taciturna, alla vista della figlia paralitica di quest'ultima, che la fissa con aria truce dalla finestra, prova uno shock tale da provocarle una forte emorragia. In ospedale Matt viene informato che il nascituro è deceduto, e che il cuore della moglie ha smesso di battere per circa un minuto, rianimandosi poco dopo.
La tragica esperienza segna di molto la quotidianità della coppia, con Larissa che avverte su di lei una presenza inqietante che riconosce in Isabelle, la figlia paralitica della vicina. Scoprirà sulla sua pelle che la ragazza ha subito le conseguenze di una possessione demoniaca per opera dello sciagurato pasre, e che ora lo spirito maligno che abita in lei cerca un nuovo corpo da abitare. Per Matt sarà dura credere a quelli che paiono deliri da follia di una moglie che egli non riesce più a riconoscere, né a contenere. Da un regista canadese noto per aver trasposto Ecstasy di Irvine Welsh nel 2011, Robert Heyden, Isabelle si addentra su sentieri ahimè solcati già da centinaia di film di genere dedicati alle possessioni e alle presenze di fantasmi tra i corridoi di casa.
Tuttavia il film riesce, almeno a tratti, a distinguersi da un totale anonimato - oltre che per un cast discretamente strutturato e forte di nomi noti come Adam Brody, qui coinvolto nel suo primo horror, nel ruolo del capofamiglia giovane e realizzato Matt che finisce nel posto sbagliato, al momento opportuno, e Amanda Crew, nel ruolo della moglie devastata e comprensibilmente in crisi Larissa - per sapersi circondare di atmosfere che, pur non nuove, riescono a rivelarsi efficacemente tetre e spaventevoli, assecondando la fosca vicenda che ne sta alla base.
Alla riuscita sommaria del piccolo horror, contribuisce non poco l'aspetto inquietante che la bella attrice ventiseienne Zoe Belkin, riesce a conferire al suo personaggio centrale di Isabelle, creatura posseduta dal maligno e per questo votata a seguire le sporche mire del padrone del male che la perseguita e fa agire.
Un finale gaglioffo e traditore, ce la mette tutta per ribaltare quel minimo di considerazione che il piccolo horror si era riuscito a guadagnare in noi strada facendo, riuscendo tuttavia solo parzialmente a rovinare tutto.
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