Regia di Robert Heydon vedi scheda film
Horror canadese ad ampia distribuzione che, dopo essere uscito un po' ovunque nei primi mesi dell'anno, in piena estate approderà anche nelle nostre sale. Prevedibile ma realizzato con certa cura e non privo di qualche indovinato coup de théâtre.
La coppia composta da Larissa (Amanda Crew) e Matt (Adam Brody), in attesa di un bambino, si trasferisce in un paesino del New England. Tutto sembra andare nel migliore dei modi, mentre la gravidanza sta per giungere a conclusione. Larissa si sente però osservata in continuazione da Isabelle (Zoë Belkin), una ragazza paralitica che la fissa con insistenza dalla finestra del fabbricato di fronte. Quando incontra l'anziana madre Ann (Sheila McCarthy), viene colta da un malore e ricoverata d'urgenza. Per due minuti Larissa varca la soglia dell'Aldilà, perdendo il bambino. In crisi per la traumatica esperienza, Larissa inizia ad avere incubi terrificanti con soggetto il bambino perduto. Finché i pianti del piccolo e altre inquietanti visioni la coinvolgono anche da sveglia. Matt, convinto che la moglie sia sull'orlo di una forte depressione, non presta troppa attenzione alle insistite affermazioni di Larissa che, già in passato, aveva tentato il suicidio a causa del forte dolore dovuto alla perdita del padre. La sorella di Larissa chiede aiuto ad un amico esperto di paranormale: nel momento del trapasso, tra la vita e la morte, uno spirito irrequieto ha trovato in Larissa il varco per tornare tra i vivi. Quello spirito è proprio quello di Isabelle, morta a 24 anni, che fissa dalla finestra la sua vicina, pronta ad impossessarsi del corpo di Larissa man mano che il suo stato d'animo si fa più depresso.
Il canadese Robert Heydon, sceneggiatore, produttore e regista, dirige a distanza di sette anni il suo secondo film (il primo, di tutt'altro genere è Ecstasy). Per l'occasione si affida alla sceneggiatura di Donald Martin, uno che deve essere rimasto evidentemente colpito da The witch in the window, visto i non casuali riferimenti che vanno diretti ad una presenza spettrale inchiodata dietro una finestra (là una strega inferma, qui un fantasma su sedia a rotelle). Gli elementi per un buon horror ci sono tutti: il padre satanista di Isabelle, il parto mancato e causa di una inarrestabile depressione, le manifestazioni del bambino appena nato che non viene "lasciato andare" dalla madre sconvolta, seguite dalla spettrale figura della sfortunata Isabelle.
Gli attori, soprattutto Amanda Crew nel ruolo di protagonista, sono convincenti e ben calati nei rispettivi ruoli. Nonostante, tecnicamente, Isabelle non si possa criticare, resta indelebile la sensazione che l'insieme di elementi spaventosi siano un accumulo di situazioni affiancate senza troppa inventiva. Perchè a parte un finale "alternativo", quello sì ben piazzato, il film soffre di una prevedibilità di fondo che ne sminuisce in buona parte l'effetto. Resta comunque un lavoro ben fatto, che saprà far accapponare la pelle ai meno preparati e ai più impressionabili. Per chi invece di cinema horror ha un minimo di conoscenza, durante la visione può sbizzarrirsi cercando qua e là i riferimenti a titoli più o meno noti del genere. È in arrivo anche nelle nostre sale, con data annunciata per metà agosto 2019, con il sottotitolo di L'ultima evocazione. Operazione commerciale della distribuzione italiana mirata a coinvolgere i più distratti, facendo loro risuonare nelle orecchie la serie The conjuring. Serie con la quale, ovviamente, nulla ha da spartire.
"I fantasmi.
Prendono forma al chiaro di luna,
si materializzano nei sogni.
Ombre. Sagome
di ciò che non è più." (Ellen Hopkins)
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