Regia di Marco Ferreri vedi scheda film
Quattro amici di vecchia data, benestanti e non nuovi ad esperienze simili, decidono di trascorrere in una villa un fine settimana all'insegna dell'ingordigia più estrema. Ordinano gli alimenti necessari e si mettono ai fornelli; sono raggiunti da alcune prostitute ed una donna conosciuta da poco, che si adatta al contesto; ma il sesso non è al centro del loro interesse. Sono intenzionati a morire cucinando e mangiando, e riescono nel loro intento. Da diverso tempo attendevo di vedere questo film, di genere grottesco; ho colto l'occasione, in conseguenza della morte dell'attore Michel Piccoli, di cui conosco poco. Il film racconta della volontaria autodistruzione dei protagonisti, i quali mutuano i nomi dagli attori che li interpretatono, Marcello, Ugo, Michel e Philippe. Appartenenti ad una borghesia che ha ormai soddisatto i bisogni primari, privi di stimoli, insensibili alla cultura, di cui pure sono in possesso, disinteressati ai valori sociali, troppo pigri anche per il sesso, insoddisfatti dai classici "bagordi", decidono di sfruttare le loro risorse e le loro conoscenze di cucina per un'ultima, colossale abbuffata. Sono accompagnati non solo da alcune prostitute, le prestazioni delle quali non impressionano più di tanto i personaggi, ma anche da un'insegnante, Andrea. Anch'ella evidentemente annoiata dalla vita, amante della cucina "ricca" e buona forchetta, accompagna i quattro uomini nel loro percorso verso la morte, soddisfacendone desideri sessuali ed alimentari. Man manco che il tempo passa, ed il cibo va giù, i personaggi "regrediscono", perdendo, insieme alla salute, le loro inibizioni, e raggiungendo uno stato quasi belluino. La loro condizione può essere considerata l'emblema, ovviamente estremizzato, di una borghesia indifferente ed insensibile; la loro distruzione è una metafora della sorte che attende tale classe sociale, affetta da un'apatia che la prosciuga dall'interno. Molto, molto bravi i quattro attori principali, Marcello Mastroianni, Michel Piccoli, Ugo Tognazzi, Philippe Noiret. La loro recitazione è l'elemento che di più ho apprezzato del film, che di certo non è appassionante. Il ritmo è molto lento, e gli "eccessi" - scene di sesso e scene che mostrano fenomeni, per così dire, poco gradevoli - potevano colpire negli anni '70, un po' meno oggi, quando abbiamo visto più o meno di tutto. Tuttavia, l'oggetto del film è tornato di una certa attualità. Negli ultimi anni, complice anche una maggiore visibilità sui media, il cibo è stato oggetto di un'attenzione quasi maniacale da parte di molti, per qualità, provenienza, accostamenti, presentazioni, etc.; forse, anche ciò è indice di un vuoto interiore, non molto diverso da quello descritto e stigmatizzato dal regista Marco Ferreri ? Un film un po' difficile da (ehm !) digerire, ma meritevole di visione.
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