Regia di Franco Jannuzzi vedi scheda film
Immagini d'archivio e ricostruzioni fiction si alternano in modo interessante e inusuale per portare alla luce un tema importante e poco e male discusso, quello della detenzione di persone con diagnosi psichiatriche incriminate e condannate.
Filo conduttore del film è la storia di Ezio Rossi, ex terrorista che ha scontato una condanna a trent'anni di carcere, seguiti da quattro anni in Ospedale psichiatrico giudiziario a causa di una vecchia perizia, di cui non si è trovata però documentazione! Ezio appare nel film in persona e la sua storia è interpretata dall'attore Salvo Arena. Immagini d'archivio e ricostruzioni fiction si alternano in modo interessante e inusuale per portare alla luce un tema importante e poco e male discusso, quello della detenzione di persone con diagnosi psichiatriche incriminate e condannate. Se è vero che la cosiddetta "legge Basaglia" ha portato alla chiusura degli ospedali psichiatrici ormai da decenni, l'Ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto (ME) ha chiuso i battenti solo nel 2015. Un progetto sociale all'avanguardia a livello internazionale ha favorito la libertà per circa sessanta detenuti, assistiti in un percorso di acquisizione di dignità. Oggi molti di loro lavorano per quanto possibile, hanno anche partecipato alla realizzazione del film, a sua volta produzione sperimentale: i lavoratori della Fondazione capofila del progetto cinematografico hanno affiancato operativamente la troupe di professionisti. Lo psichiatra Angelo Righetti ha scritto quattro brevi storie, che diventano digressioni e ampliamento del tema. Il film evidenzia però la difficoltà di proseguire il lavoro con progetti all'avanguardia che guardano alla persona prima che al "criminale": il businnes delle Rems (Residenze per l'esecuzione della misura di sicurezza), le cosiddette "comunità", a tutti gli effetti piccoli ospedali psichiatrici giudiziari non è facile da contrastare, troppi interessi, troppi finanziamenti alimentano la distruzione definitiva di persone con disagio psichico, invece che favorirne la rinascita.
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