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Il caso Minamata

Regia di Andrew Levitas vedi scheda film

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La recensione su Il caso Minamata

di supadany
7 stelle

L’unione fa la forza. Quando due o più indicatori viaggiano a braccetto, puntando con decisione nella medesima direzione, vengono a crearsi i presupposti migliori per determinare un risultato degno di attenzione. Non per forza di cose in grado di dispensare stupore, ma quantomeno attrezzato delle armi per difendersi con destrezza all’interno delle proprie sfere d’influenza, tra le quattro mura dei settori di riferimento.

Nello specifico di Minamata, quantunque rientri in due ambiti battuti con imperterrita assiduità, sussistono delle condizioni sostanzialmente favorevoli, arricchite da un Johnny Depp perfettamente in parte, in cerca di redenzione artistica dopo una preoccupante sequenza di prove opache (tra le peggiori, Mortdecai e Arrivederci professore).

New York, 1971. Da tempo intrattabile, fisicamente allo sbando e privo di reali impulsi artistici, tanto da fare impazzire anche chi - come il direttore di Life Robert Hayes (Bill Nighy) - è sempre stato al suo fianco, il celebre fotografo W. Eugene Smith (Johnny Depp) viene convinto dalla determinata Aileen (Minami) a volare con lei in Giappone per documentare la situazione disperata in cui versa una comunità costiera, colpita dall’inquinamento prodotto dalla Chisso, un’industria chimica che dà lavoro a una parte consistente della popolazione locale.

Grazie alla sua innata capacità di catturare l’attimo e la sua essenza in un semplice scatto fotografico, Smith affiancherà la protesta e chi ne è coinvolto a vario titolo, tra cui Tatsuo (Tadanobu Asano) e Kiyoshi (Ryo Kase), fino ad arrivare a incontrare anche Junichi Nojima (Jun Kunimura), il numero uno della Chisso, diffondendo su scala globale una vicenda fino a quel momento conosciuta solo localmente.

 

Johnny Depp, Bill Nighy

Minamata (2020): Johnny Depp, Bill Nighy

 

In Minamata, il poliedrico artista Andrew Levitas, questa volta impegnato nella veste di regista, predispone un’interfaccia contraddistinta da due input rilevanti: il cinema d’inchiesta e il modello biografico.

Per quanto riguarda la prima direttiva, appartiene alla sfera ambientalista (vedi il recente Cattive acque) e illustra istanze tremendamente attuali, con impietose tragedie che tendono a ripetersi nonostante i consigli che le esperienze pregresse dovrebbero suggerire, con lo sviluppo industriale che comporta un avanzamento della civiltà ma anche inaccettabili effetti collaterali per la salute dei cittadini.

Contestualmente, viene catturata, custodita e raffigurata la ramificata personalità di W. Eugene Smith, immortalata nel suo periodo decadente, con la motivazione ridotta ai minimi termini e un’anima stanca, ma con ancora un bagliore pronto ad accendersi un’ultima volta al sopraggiungere di uno stimolo incisivo. Una figura travagliata, attraverso cui celebrare l’arte della fotografia, il dono di cogliere un dettaglio saliente da conservare per sempre, ma anche l’occasione per stabilire una corrispondenza distintiva e appagante tra personaggio e interprete, con Johnny Depp da tempo incastrato in una spirale crepuscolare simile a quella declamata lungo il corso del film.

Una sovrapposizione tra protagonista e vicenda, un caso specifico e un argomento generale, due nazioni separate da un oceano (Stati Uniti e Giappone), che riempie il layout con un bilanciamento soddisfacente, giovandosi di un cast che nella sua componente giapponese esprime interpreti di caratura primaria.

 

Johnny Depp

Minamata (2020): Johnny Depp

 

In pratica, Minamata cattura due piccioni con una fava. Non dispone delle potenzialità per scardinare limiti cinematografici consolidatisi negli anni, ma è robusto, aderente e composto a sufficienza per lasciare il segno. Inoltre, combina luoghi e persone, bellezza e sofferenza, volti e corpi, ricorrendo a puntuali incisioni in bianco e nero e a un interprete – Johnny Depp - che da alcuni anni a questa parte non arpionava un ruolo stuzzicante e una siffatta congiuntura, in grado di valorizzarne il consumato e tormentato talento.

Idoneo.

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