Trama
Terminata la Seconda guerra mondiale, il fotografo di guerra W. Eugene Smith è un uomo sconnesso dal suo lavoro e dalla società. Un vecchio amico lo convince però a tornare in Giappone per documentare il devastante annientamento della comunità costiera di Minamata, vittima dell'avidità delle multinazionali e delle corrotte autorità locali. Armato della sua sola macchina fotografica, Smith dovrà catturare le immagini utili a far conoscere la storia al mondo. Nonostante nessuno voglia dapprima aiutarlo, riuscirà a guadagnarsi la fiducia della comunità e a inimicarsi una potente multinazionale.
Approfondimento
MINAMATA: LO SCATTO CHE HA CAMBIATO LA VITA DEL FOTOREPORTER GENE SMITH
Diretto da Andrew Levitas e sceneggiato dallo stesso con David Kessler, Jason Forman e Stephen Deuters, Minamata racconta la vera storia del fotogiornalista W. Eugene Smith, che per conto della rivista Life si reca a Minamata, in Giappone, per portare alla luce uno dei disastri ambientali più terrificanti del mondo. Il tutto ha inizio a New York nel 1971 quando, dopo essere stato venerato come uno dei fotoreporter più validi della Seconda guerra mondiale, Smith vive come un recluso, alienato dalla società circostante e dal suo lavoro. Un'inchiesta segreta curata da Robert Hayes, capo redattore della rivista Life, lo spedisce però a Minamata, città costiera giapponese alle prese con la devastazione causata da un massiccio avvelenamento da mercurio. Si tratta del risultato di decenni di negligenza da parte della Chisso Corporation, un'industria chimica che ha rilasciato metilmercurio nelle acque reflue. Infiltrandosi nella comunità locale, Smith documenta gli sforzi degli abitanti per convivere con quella che è stata chiamata malattia di Minamata e per ottenere un risarcimento sia dalla multinazionale sia dal governo giapponese. Armato della sua fidata macchina fotografica, Smith realizza scatti che restituiscono la straziante entità del disastro in corso. Quello che all'inizio per lui era solo un compito di lavoro si trasformerà presto in un'esperienza che gli cambierà per sempre la vita.
Con la direzione della fotografia di Benoît Delhomme, le scenografie di Tom Foden, i costumi di Momirka Bailovic e le musiche di Ryuichi Sakamoto, Minamata sottolinea come dentro ogni uomo possa, appellandosi alla sua forza, trionfare sulle avversità e avere la meglio. Ha sottolineato il regista: "Sono da lungo tempo un appassionato del lavoro di Gene Smith. Da artista, educatore, fotografo e regista, non potevo non appassionarmi alla sua figura. Smith è divenuto famoso a livello internazionale per i suoi scatti e i ritratti intimi che ha realizzato, da quelli realizzati in prima linea durante la cosiddetta Campagna del Pacifico nella Seconda guerra mondiale (durante a quale ha subito gravi lesioni) a quello di un'ostetrica che lavora nelle aree rurali della Carolina del Sud. Tuttavia, il suo lavoro più grande e influente è stato il suo ultimo reportage fotografico, realizzato durante il triennio che va dal 1971 al 1974 nella città costiera giapponese di Minamata".
"Smith - ha continuato Levitas - venne avvicinato da una donna che diceva di volergli parlare di una pubblicità. Si trattava di Aileen Mioko (colei che avrebbe poi sposato), che gli ha chiesto di aiutarla a denunciare ciò che stava vivendo la comunità di pescatori e di far conoscere il Movimento per Minamata, un gruppo nato per combattere l'inquinamento delle acque causato dalla Chisso. Dalla fine degli anni Trenta la multinazionale aveva riversato mercurio nelle acque reflue finendo per inquinare tutta la costa. Mangiando pesce tossico, gli abitanti si erano gravemente ammalati e nessuno aveva mai fatto nulla per aiutarli. Solo nel 1968 il Governo giapponese aveva riconosciuto quella che ufficialmente si sarebbe chiamata la malattia di Minamata".
Ha infine aggiunto: "Durante il periodo a Minamata, Eugene e Aileen si ben integrarono con la gente facendo la storia mentre la raccontavano in tempo reale. Vivevano in una casa affittata dalla famiglia di una delle vittime. Prendevano parte alle manifestazioni e si muovevano sui pullman degli attivisti. Smith, già provato dalle conseguenze di un colpo di mortaio durante la Seconda guerra mondiale, fu persino selvaggiamente picchiato dai mercenari della Chisso durante uno scontro nell'impianto di Goi, riportando danni temporanei a un occhio. Insieme, scattarono centinaia di fotografie ritraenti gli ammalati di Minamata, utili alla successiva campagna di risarcimento. Tuttavia, una fotografia ebbe un'eco maggiore di tutte le altre. Scattata nel 1971, Il bagno di Tomoko mostra una madre che fa il bagno alla figlia, colpita dalla malattia di Minamata. Lo scatto, in bianco e nero, è considerato ancora oggi non solo la miglior foto di Smith ma anche la testimonianza più cruda dell'impatto fisico che la malattia ebbe sulle persone, richiamando l'attenzione internazionale".
Il cast
A dirigere Minamata è Andrew Levitas, regista, sceneggiatore e attore statunitense. Nato a New York nel 1977, Levitas insegna alla New York University ed è stato definito dal New York Times come un "piccolo re Mida" per la sua capacità di adattarsi a qualsiasi piattaforma. Artista le cui installazioni sono note in… Vedi tutto
Scrivi un commento breve (max 350 battute)
Attenzione se vuoi puoi scrivere una recensione vera e propria.
Commenti (5) vedi tutti
Film di grande impegno civile, che porta alla luce una delle tante storie di abuso di potere da parte dei grandi potentati economici con la collaborazione di governi corrotti. Un ottimo Johnny Depp, ma complimenti a tutti gli attori coinvolti nel film, decisamente molto convincenti.
commento di bluefalconArgomento veramente interessante, ottima la fotografia sulla maggior parte delle inquadrature. Ha un inizio promettente, ma si arena verso il centro, riscattandosi alla fine. Poteva essere meglio se il regista e lo sceneggiatore approfondivano meglio e con più enfasi l'aspetto emotivo dei personaggi coinvolti. Voto 7
commento di GabryLedUna buona regia tecnica, ma troppo didascalica nello sviluppo narrativo con un Depp ai minimi sindacali. Non coinvolge nonostante la drammaticità del soggetto tanto che la parte migliore sta nei titoli di coda.
commento di bombo1Film di denuncia cupo e rigoroso incentrato su una tragedia ecologica e umana pressoché dimenticata. Johnny Depp recita volutamente sottotono, impersonando un uomo disilluso e stanco che ritrova una ragione per lottare, ma la regia forse pecca di eccessiva freddezza stilistica per riuscire a coinvolgere appieno nella narrazione.
commento di Fanny SallyFarriginoso all'inizio, ma poi prende corpo questo dramma, dove si apprende come tutto il mondo sia paese quando si tratta di soldi.
commento di gruvieraz