Regia di Matteo Garrone vedi scheda film
In un paese fuori dal tempo, il falegname Mastro Geppetto, utilizzando un tronco d'albero, crea un burattino, il quale miracolosamente prende vita. Lo chiama Pinocchio e lo tratta come un figliolo, prendendosene cura ed educandolo. Ma Pinocchio, dei doveri, proprio non vuol sapere. Matteo Garrone realizza una coraggiosa rielaborazione del racconto di Carlo Collodi recuperandone probabilmente lo spirito originario. Lontano da possibili ricostruzioni favolistiche, il Pinocchio di questo racconto, pur essendo un burattino animato, e' molto, molto umano, con i suoi difetti e debolezze - è un personaggio a tratti sgradevole, per il suo atteggiamento ingannevole verso chi si prende cura e sacrifica per lui - ma anche con i suoi lati positivi; la caparbietà; la riconoscenza e l'affetto per chi lo merita, dopo aver imparato le dure lezioni che le brutture del suo mondo gli impartiscono. Solo compresa la differenza tra il bene ed il male, i buoni ed i cattivi, anche esteriormente il protagonista diventa un bambino, completando così un difficile percorso di formazione. La terra di Pinocchio è ricostruita dal regista con efficacia. E' una landa povera, di contadini, artigiani, pescatori e piccoli mercanti; persone malvestite che si affannano per cavare dalla natura quanto serve per vivere. Qui tutto ha un, seppur piccolo, valore; tutto è utile per sopravvivere, mandare avanti piccoli commerci, o procurarsi scampoli di piacere. E' una società che non perdona. Ingenui ed ignoranti sono destinati a soccombere; la rettitudine garantisce la salvezza. Ho molto apprezzato la cura per i dettagli, nei costumi, nelle ambientazioni, negli spaccati di vita quotidiana dei borghi. Tra i personaggi, oltre al Pinocchio interpretato dal giovanissimo Federico Ielapi, a volte spontaneo, a volte meno, ho apprezzato il Mastro Geppetto, impersonato da Roberto Benigni, che torna a confrontarsi con l'opera di Collodi. Geppetto è un artigiano povero in canna, ma con un grande cuore, pronto ad ogni sforzo e sacrificio per il bene del figlio. E' animato da una ingenuità di cui lo stesso Pinocchio spesso approfitta. Bravi, infine, gli attori che interpretano i molti comprimari (Gigi Proietti, Rocco Papaleo, etc.). La predominanza del colore scuro, il realismo delle scenografie, la drammaticità di alcune scene impediscono l'affermazione del "senso del meraviglioso" nel racconto, nonostante non manchino elementi fantastici. Ottima la colonna sonora; il tema principale si ripete molto spesso, ma a me è piaciuto tanto da non essermi venuto a noia. Una piacevole ed originale rilettura dell'opera immortale di Collodi, resa in quest'occasione con una particolare attenzione per i poveri ed il loro essenziale stile di vita.
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