Regia di Matteo Garrone vedi scheda film
Andando a riprendere il Marcello di Dogman, interpretato da Marcello Fonte, si notano tantissime affinità tra tale personaggio ed il Geppetto di Roberto Benigni: reietti della società, ridicoli tanto nelle movenze e nelle posture quanto nel modo di porsi col prossimo, incapaci di non farsi mettere i piedi in testa.
Matteo Garrone continua a raccontare l'Italia degli ultimi, degli straccioni, dei senza speranza, portando in scena il classico della letteratura italiana di Carlo Collodi, Pinocchio, quindi declinando tale fiaba attraverso la sua poetica personale. Approfittando della natura fiabesca del racconto, il regista non ha paura di osare nel character design; il suo Pinocchio è una vera e propria commedia dell'arte, molti personaggi sono maschere irrealistiche inserite in un contesto cieco all'evidenza delle finzione "teatrale". Anche se talvolta questa scelta stilistica provoca alcuni scivoloni all'opera, soprattutto quando questa vuole scimmiottare un umorismo da commedia all'italiana delle origini, è innegabile che il mondo rappresentato da Garrone sia affascinante, complice anche l'abilità dell'autore, già dimostrata ne Il Racconto dei racconti, di trasformare il Mezzogiorno in una terra fantastica senza tempo.
Così la storia del burattino torna a catturare il cuore dello spetattore.
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