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Pinocchio

Regia di Matteo Garrone vedi scheda film

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La recensione su Pinocchio

di gerkota
6 stelle

 

 

NEI CINEMA ITALIANI DAL 19/12/2019

VISTO SU CHILI (in SD a 3,99 €)

 

Fin troppo bravo il piccolo Pinocchio a diventare una persona perbene. Rapido e quasi indolore. Le marachelle di cui si rende protagonista, in fondo mettono più a rischio la sua incolumità che quella degli altri. Le sue esiziali debolezze sono sostanzialmente tre: non saper resistere alle tentazioni (Teatro dei burattini e Paese dei Balocchi), non saper riconoscere i buoni consigli (Grillo parlante e Fatina) e abboccare alle lusinghe di infidi sconosciuti (Gatto e la Volpe). Per il resto è un burattino coi fiocchi e un futuro bambino che ogni genitore anziano vorrebbe avere al proprio fianco: sensibile, intelligente e affettuoso.

 

Federico Ielapi

Pinocchio (2019): Federico Ielapi

 

Lo straordinario romanzo di Carlo Collodi (prima pubblicazione 1881-1883) trova ai giorni nostri una nuova trasposizione cinematografica per mano di Matteo Garrone (Dogman, 2018), uno dei registi italiani più incisivi degli ultimi vent’anni. La storia del monello di legno col naso che si allunga quando dice le bugie (interpretato da un volonteroso ma apparentemente senza scuola Federico Ielapi (10 anni, già visto in altri film recenti come Brave ragazze, 2019) sembrava scritta apposta per dar modo al cineasta romano di mettere in scena il suo graffiante e commovente neorealismo moderno. Garrone, invece e purtroppo, sceglie di svolgere un compitino lineare, semplice e davvero troppo elementare, probabilmente col pensiero a un pubblico di bambini (il film fu distribuito nelle sale sei giorni prima di Natale) e senza attenzione per i suoi tantissimi ammiratori adulti.

 

Roberto Benigni

Pinocchio (2019): Roberto Benigni

 

Da ciò deriva un’opera filmica che delude non solo i grandi, ma rischia di lasciare con l’amaro in bocca anche i piccoli di oggi, assai più svegli di quelli come me del 1972, anno in cui la Rai Tv regalò al suo pubblico un  gioiello come lo sceneggiato Le avventure di Pinocchio, del grande Luigi Comencini, con un intenso Nino Manfredi (Geppetto), uno spontaneo Andrea Balestri (Pinocchio), due maschere efficaci quali Franco Franchi e Ciccio Ingrassia (il Gatto e la Volpe) una penetrante Gina Lollobrigida (la Fata turchina) e perfino Vittorio De Sica nei panni del giudice. Ma, al di là dello strepitoso cast – grazie al quale tutti i personaggi principali risultarono a modo loro toccanti - l’opera comenciniana fu commovente e a tratti dolorosa, proprio per il verismo con cui mostrò la miseria del paesaggio pinocchiesco. Il babbo Geppetto arreso, che Pinocchio ritrova all’interno del pesce-cane è capace di provocare lacrime ancora oggi.

 

Andrea Balestri, Nino Manfredi

Le avventure di Pinocchio (1972): Andrea Balestri, Nino Manfredi

 

La fredda versione di Garrone, invece, non tocca il cuore e non fa sgorgare emozioni. Non bastano di certo effetti speciali di epoca moderna (David di Donatello insieme a trucco, costumi, acconciature e scenografia) a trascinarci nella vicenda e a farci piangere e sorridere con babbo Geppetto (uno svilito Roberto Benigni, To Rome with Love nel 2012), a farci allarmare al cospetto del Gatto e la Volpe (buttati davvero là sia Rocco Papaleo sia Massimo Ceccherini: in ogni scena che li vede protagonisti sembra stiano recitando le battute per la prima volta, tanto sono tentennanti e insapori), a farci intimorire dal burbero Mangiafuoco (del tutto fuori ruolo un attore ‘gigante’ come Gigi Proietti), a farci intenerire dalla Fatina (da piccola Alida Baldari Calabria e da grande Marine Vacth, due scelte del casting per me misteriose).

 

Alida Baldari Calabria, Federico Ielapi

Pinocchio (2019): Alida Baldari Calabria, Federico Ielapi

 

Potrei continuare con altri personaggi di contorno assai poco incisivi e situazioni ricostruite in modo frettoloso e senza passione. Davvero incomprensibile. Questo film di Garrone strappa la sufficienza minima solo grazie alla sempre coinvolgente storia scritta da Collodi e alla bella fotografia di Nicolaj Brüel, al lavoro anche per Dogman. Passabile giusto per dei bambini piccoli, che non abbiano già visto l’ottimo sceneggiato di Comencini (fra l’altro a disposizione in streaming su Rai Play). Voto 6.

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