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Pinocchio

Regia di Matteo Garrone vedi scheda film

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La recensione su Pinocchio

di Antisistema
6 stelle

Il primo aggettivo che verrebbe da utilizzare dopo la visione del Pinocchio di Matteo Garrone è "Rustico". Il regista romano conferma la sua predilizione verso il fiabesco, decide di partire da un soggetto trito e ritrito al cinema come quello di Pinocchio, di cui dall'animazione fino agli sceneggiati televisivi ne abbiamo visti di tutti i colori, spiazzando lo spettatore esigente, che dopo Dogman (2018), si aspettava un ulteriore passo in avanti da parte del regista, il quale invece decide di confrontarsi con un soggetto che negli ultimi anni ha rotto le ossa anche ad artisti rinomati come Roberto Benigni e Steven Spielberg. 

C'è molta fedeltà al testo di Collodi nel Pinocchio Garroniano ed in effetti la sintesi dei difetti e delle virtù sta in tutto questo; da un lato ci si ritrova innanzi ad un film compresso e piano zeppo di situazioni e personaggi, mentre d'altro il regista può dare sfogo al suo estro visivo. 

E' molto più interessante il secondo aspetto per quanto comunque depotenziato dal fatto che ci si ritrova innanzi ad un film per famiglie, visto che si percepisce una costante sospensione nelle intenzioni nel rivolgere lo sguardo se al mondo adulto o al mondo dei bambini, finendo per restare in un limbo "infame", che finsice per accontentare poche persone. 

 

Federico Ielapi

Pinocchio (2019): Federico Ielapi

 

Garrone è evidentemente innamorato dei suoi personaggie nel contesto in cui vivono, a cominciare da un Geppetto interpretato da un intenso e sommesso Roberto Benigni, dal volto scavato e smagrito per via della lancinante fame che lo attanaglia, poichè non trova al momento di che lavorare, per poi sbizzarrirsi mano a mano nella progressione tra i vari personaggi dall'aspetto inconsueto se non antropomorfo, spingendo sempre più sotto questo aspetto nel corso dell'opera, sino a sfociare apertamente nel fatasy toccando l'apice con il Tonno-filosofo, inconsueto pesce dalla stazza inconsueta e caratterizzato dall'arguzia filosofica del suo pensiero che immette negli scambi di battute con Pinocchio quando si ritrovano entrambi imprigionati all'interno dell'enorme pescecane. 

Spingendo sull'impatto visivo dei personaggi, Garrone ci regala anche un'ambientazione agreste e tangibile, in cui far aggirare il suo Pinocchio tra distese di erba che ai lati lambiscono i sentieri sterrati e piccoli paesini dal sapore antico, il tutto caratterizzato in piccolo stile, come il paese dei balocchi stranamente povero di elementi ludici rispetto alle precedenti traposizioni, eppure ha perfettamente senso visto che per dei bambini dell'entroterra italiano di fine 800', uno scivolo e quattro giochi, ai loro occhi erano un'infinita possibilità di divertimento. 

 

Roberto Benigni

Pinocchio (2019): Roberto Benigni

 

Tra personaggi stravaganti e forse anche troppo kitsh, nonchè scenografie polverose e pegne di "legnosità", quello che manca è il cuore del regista. Aver spinto troppo sulla fedeltà al testo originario ha portato Garrone a dover inserire tantissimi personaggi e situazioni, che in una fiaba ha un senso per via delle caratteristiche connaturate al genere, ma trasposto al cinema si finsice con l'ottenere una pellicola compressa e con un montaggio claudicante che salta di palo in frasca da una situazione all'altra senza riuscire a far assaporare lo spettatore il background in cui si muovono i personaggi. Tutte le varie vicende sono collegate nei raccordi da camminate di Pinocchio (Federico Ielapi) un pò qui e un pò là finchè non si imbatte in un'altra situazione, finendo anche con il far perdere le coordinate temporali della vicenda (specie per quanto riguarda Geppetto e la sua scelta di andare alla ricerca di Pinocchio, quanto tempo è passato? Appena uno-due giorni? Oppure molto di più prima di prendere una scelta del genere come sarebbe logico?). 

Ne esce una storia frammentata dall'andamento fortemente episodico, finendo con il dissipare in questo modo la carica di alcuni personaggi come Mangiaguoco e Lucignolo, oppure di presentare sequenze come quella del tribunale con il giudice scimmia che sembrano avvulse dal contesto per via anche di un montaggio claudicante nel tenere unita l'enorme mole di situazioni presenti nel film, scadendo anche nel contraddittorio (perchè a Pinocchio non cresce il naso quando dice al giudice delle palesi bugie?). 

 

Federico Ielapi, Alessio Di Domenicantonio

Pinocchio (2019): Federico Ielapi, Alessio Di Domenicantonio

 

Una trasposizione emotivamente un pò fredda quindi, forse essere pedissequamente attaccati al testo originale non è stata una scelta che alla lunga ha pagato, anche se indubbiamente momenti Garroniani vi sono senz'altro come lo sguardo che Benigni rivolge ai burattini nella carrozza di Mangiafuoco. Il Pinocchio di Matteo Garrone più che narrativamente, è un film da godere prettamente sul lato visivo, costumistico e scenografico, dove segna senz'altro un marcato aspetto personale con un occhio rivolto al mercato internazionale, dove oramai poche pellicole nostrane puntano a varcare i confini per via della loro pochezza tecnica, che fanno sembrare tante opere cinematografiche meri prodotti paratelevisivi e con situazioni iper-provinciali. 

Sospeso tra un'accezione infantile e sequenze più cupe come quella dell'impiccagione, la pellicola procede per accumulo, finendo con il distribuire disorganicamente il materiale e lo screen-time dei personaggi; non è concepibile che il personaggio della cameriera lumaca, abbiano una presenza in scena superiore nettamente superiore ad altri personaggi più interessanti, vista anche la sua accessorietà alla trama, finendo con l'oscurare anche il percorso umano del protagonista, di cui si faticano a cogliere le fasi della sua maturazione. 

L'uscita natalizia sembra avergli giovato molto visti gli incassi che sta ottenendo, la presentazione al Festival di Berlino fuori Concorso potrebbe dargli ulteriori chance distributive all'estero in caso di critiche positive. 

Si spera che dopo questo discreto marchettone con i suoi difetti e pregi, Garrone ritorni al suo cinema consueto più originale e coraggioso. 

 

Alida Baldari Calabria, Federico Ielapi

Pinocchio (2019): Alida Baldari Calabria, Federico Ielapi

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