Regia di Matteo Garrone vedi scheda film
Un libro di Pinocchio ottimamente illustrato, curato nei dettagli e con tanti disegni. Ma oltre alle figure la fiaba è fatta anche di scrittura. E qui ce n'è poca.
Stile impeccabile, visivamente molto curato, il Pinocchio di Garrone colpisce per la sua meravigliosa estetica, un esercizio registico notevole che accompagna lo spettatore dentro la favola del burattino più famoso al mondo in modo delicato, quasi timido, con i tenui colori di un libro di favole antico e con una colonna sonora che sembra il sussurro di una nonna mentre racconta una storia al proprio nipote. L'impatto è notevole e se racccontasse solo una decina di pagine andrebbe anche bene... Ma la storia è lunga. Parecchio di più. Ed il ritmo è lento come la lumaca della fata turchina. Manca la verve, manca l'energia vitale di Pinocchio, manca la comunicativa delle figure chiave, manca la coinvolgente musica, mancano tutte quelle componenti necessarie a far sublimare il vero contenuto della storia di Collodi, risultando così un film sentimentalmente piatto e lasciando gli spettatori più maturi con la nostalgia di un famoso predecessore. Per le anime vergini di Comencini sarà un film da ricordare, mentre per le vedove sarà un ulteriore tentativo mal riuscito di ricreare quella magica alchimia di un tempo. Certo un Pinocchio che non parla toscano... Mah! Estetico.
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