Regia di Kelly Reichardt vedi scheda film
La noia del nulla. Trovatevi piuttosto libri e documentari sul West nell'Ottocento, se vi interessa l'argomento.
Questa volta la rivista FilmTv mi ha fregato, essendosi entusiasmata per questo lentissimo e pallosissimo film d’essai, che anzi riscrive la definizione di “d’essai”, portandola all’eccesso, quella di un classico film finto importante finto memorabile ma soprattutto finto, in cui non succede nulla, per due lunghe eterne ore di noia. A onore del vero, la pellicola piacque anche agli spettatori e alla critica in genere, dunque il problema potrebbe essere in fondo solo mio. Pure, il fatto di uscire in agosto mi doveva creare dei sospetti. Si narra del selvaggio West nell’Ottocento; sulla frontiera gli umani sono pochi, miseri, attratti dall’oro e dalla caccia di pellicce. In questa tristezza, i protagonisti sono un cuoco e un cinese, che a un certo punto, fregando il latte dell’unica mucca in zona, cominciano a fare dei dolci buoni. Fine. Lo scopo di questi film è di passare da un Festival all’altro; al cinema nessuno va a vederli e gli incassi furono miserabili. Che poi non vuol dire, certo, non è un metro di giudizio, ma io qua mi sento di stare con quelli che non sono andati a vederlo, lo sconsiglio, e pure come documento storico nulla ha aggiunto a quanto già sapevo. La storia è presa da un romanzo e partecipò senza fortuna a Berlino.
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