Regia di Gianni Amelio vedi scheda film
Gli ultimi giorni di Craxi da latitante in Tunisia.
Hammamet: il titolo è quello del luogo in cui l’azione è (per lo più) ambientata, perché il nome di Craxi Amelio decide tassativamente di non volerlo pronunciare; il perché di tanta reticenza è semplice a spiegarsi: la figura del politico socialista è stata rapidamente cancellata dall’immaginario nazionale, nonostante il peso dello statista nella storia repubblicana e la relativamente recente scomparsa (il film, fra l’altro, esce in concomitanza del ventennale del decesso). Non è dunque un vezzo artistico, ma un chiaro riferimento in certo modo polemico a una realtà assolutamente non edulcorata o drammatizzata gratuitamente nella sceneggiatura (di Amelio e di Alberto Taraglio), improntata anzi a una neutralità disarmante, priva di condanne, attacchi o anche solo minime accuse. Craxi, da questo lavoro lo si evince a perfezione, non è stato un dittatore o un delinquente nato, ma un politico mosso da seri ideali, per lungo tempo al centro della scena, determinante nello scacchiere di molti governi e, con buona pace dei figli e degli aficionados, anche un uomo fragile di fronte al potere, incapace di resistere alle sue lusinghe. Craxi ha fatto anche cose buone, potrebbe essere questo un ottimo sottotitolo della pellicola; certo però che rimane un po’ di amaro in bocca nel vederlo rappresentato a questo modo, senza puntualizzare quantomeno il fatto che il Nostro ad Hammamet ci era fuggito di sua spontanea volontà per evitare dannosissimi processi e probabilissime carcerazioni; ma ad Amelio tutto questo pare non interessare e preferisce piuttosto focalizzarsi su una chiave narrativa thriller inserendo l’ambiguo personaggio di Fausto (pura fiction) e un elemento surreale inquietante che sfocia nella disturbante (e perciò efficacissima) scena del varietà teatrale, verso il finale. Tutto il film grava sulle spalle di Pierfrancesco Favino, truccato in maniera eccellente e molto bravo nello studio del personaggio; in ruoli minori compaiono fra gli altri Renato Carpentieri, Claudia Gerini, Roberto De Francesco, Omero Antonutti, Silvia Cohen e Giuseppe Cederna. 6/10.
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