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Hammamet

Regia di Gianni Amelio vedi scheda film

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La recensione su Hammamet

di Furetto60
6 stelle

Film di Gianni Amelio che racconta gli ultimi mesi di vita di Craxi. Sviluppato l'aspetto umano, in sordina quello politico.

Siamo nel 1989, durante il Congresso del PSI,mentre i suoi seguaci lo acclamano, Vincenzo Sartori, personaggio di fantasia, è molto critico nei confronti di Craxi, all'epoca  leader indiscusso del partito e ago della bilancia del governo italiano, manifestando i suoi timori, circa la tenuta di un partito che si sta sgretolando,assediato da pericolose inchieste, vorrebbe lasciare la politica, ma Craxi minimizza e lo persuade a restare. E’ l’inizio della parabola discendente, Craxi dopo pochi anni, cade in disgrazia travolto dagli scandali di tangentopoli e Sartori si suicida. Ritroviamo nel 1999 Bettino, malato di diabete e esule o latitante, a seconda dei punti di vista, ad Hammamet in Tunisia, dove vive in una splendida e lussuosa tenuta “bunker” sorvegliato e protetto da un vero e proprio fedele esercito, con la moglie Anna e la figlia. Una notte un ragazzo, si introduce furtivamente nell’abitazione, rischiando di essere ucciso dalle guardie, è Fausto altro personaggio immaginario, figlio di Sartori, affetto da problemi psichici, dopo il suicidio del padre, venuto appositamente per recapitargli una lettera. Craxi lo prende sotto la sua ala protettiva. La presenza di Fausto è malvista dalla figlia, che lo vede come una minaccia. In effetti poco dopo il suo arrivo costui acquista una pistola probabilmente per usarla contro Craxi. Tuttavia Bettino si fida e si confida con lui, raccontandogli delle sue preoccupazioni e la sua amarezza, del difficile rapporto con il figlio, gli rivela a un certo punto, di sapere della pistola che lui custodisce in uno zaino che porta sempre dietro, ma gli propone un baratto: la sua vita in cambio, di alcuni segreti mai rivelati prima d'allora. Il ragazzo lo riprende e sparisce nel nulla dopo aver realizzato il filmato.

Mentre la malattia di Craxi si aggrava, incontra un’ex-amante, forse la Caselli. Successivamente riceve  la gradita visita di un suo amico, militante in un altro partito, potrebbe essere Fanfani,con il quale ha un pacifico e affettuoso scambio di battute.In seguito le sue condizioni di salute si aggravano, gli viene diagnosticato un tumore al rene, difficilmente operabile in un ospedale tunisino, poco attrezzato, dovrebbe farsi operare in Italia, ma Craxi si rifiuta, per quanto abbia avuto ampie rassicurazioni è convinto che lo arresterebbero. Cosi nonostante le perplessità della sua famiglia, viene operato in Tunisia e l’intervento sembrerebbe riuscito, ma dopo poco, Craxi, in preda ad un forte delirio, in cui rivede il padre, ha una crisi cardiaca e muore. Molti mesi dopo, la figlia viene chiamata dal direttore di un una clinica psichiatrica di Milano, dove rivede Fausto, ormai completamente fuori di senno, al punto da confondere Craxi con suo padre. Prima di congedarsi per sempre, il ragazzo le consegna il nastro con le confessioni del presidente, chiedendole di proteggerlo a costo della sua vita. Esprimere un giudizio su questo film di Gianni Amelio è difficile. Il regista non racconta la biografia di Craxi ma solo il suo ultimo scorcio di vita, cioè i suoi anni privati di “esilio” ad Hammamet. Pierfrancesco Savino è ancora una volta dopo “il traditore” strepitoso in questa interpretazione, in cui la sua mimesi è totale, a parte la somiglianza fisica legata ad un make up straordinario, quello che colpisce è l’identica gestualità, le posture, le pause nell’eloquio, così uguali, a quelle del leader socialista, chea tratti, sembra che sia proprio lui, redivivo. Ciò che invece lascia perplessi è la narrazione, non si approfondisce il discorso politico, ma ci si sofferma esclusivamente su quello umano. Amelio non prende posizione, non esprime giudizi e fa bene. Tuttavia parlando di una delle personalità nodali della politica italiana del secolo scorso, che nel bene o nel male ha segnato un periodo storico, sarebbe stato opportuno sviluppare almeno alcuni spunti, mentre invece la sceneggiatura si mantiene troppo in superfice. Ottima invece l’ambientazione. La villa di Craxi ad Hammamet, non è stata ricostruita in un teatro di posa, ma è proprio la sua, concessa dalla famiglia, come location originale per le riprese, è una grande superficie sviluppata in orizzontale, Il bianco predomina su tutto e fa da contrasto con la vegetazione rigogliosa. Organizzata in spazi definiti, tra l’interno e l’esterno dell’edificio ci sono ampie vetrate che mettono in comunicazione gli spazi, Craxi, se ne fa menzione, in più punti del film, amava molto stare all’aperto. Spesso,lo si vede addormentarsi su di una sdraio posizionata nel patio, dove a turno la moglie e la figlia gli rimboccano una coperta per ripararsi dal freddo delle notti africane.

 

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