Regia di Gianni Amelio vedi scheda film
Opera irrisolta che lascia l'amaro in bocca sia che ci si attenda un film rivelatore, sia che si scavi nell'intimo. Non abbastanza vera nè verosimile, per soddisfare il primo caso, non abbastanza approfondita nè coinvolgente, per soddisfare il secondo.
In bilico. Sospeso tra dimensione privata e pubblica. O forse no. Forse ciò che il regista ha voluto rappresentare è soltanto la dimensione intima del personaggio. Ma ci è riuscito? Poco e male, verrebbe da dire. Vista la tematica, e la penuria di opere cinematografiche sul soggetto, ci si sarebbe potuti aspettare un approccio più documentaristico, o, per lo meno, rivelatore. Magari non il JFK di Stone, ma, almeno, una ricostruzione approfondita dei retroscena di un capitolo della storia contemporanea assai controverso. Ma non ci sono rivelazioni, nè segreti svelati. Anzi, la maggior parte degli elementi - si scopre a posteriori - sono fittizi e di fantasia: una nota stonata visto il genere di film. L'espediente del personaggio immaginario avrebbe potuto fornire la giustificazione narrativa in un'opera didascalica o divulgativo/documentaristica, ma così non è stato. La domanda, quindi, è: l'inserimento del coprotagonista fittizio... cui prodest?
Alla fine della visione resta un senso di incompiutezza: chi era questo Craxi, davvero? Che statista era? Che uomo era? Troppa fiction, mescolata a verità, per capirlo, e per affidarsi alla ricostruzione del personaggio compiuta dal regista.
Restano paesaggi e cornici affascinanti e suggestivi, una fotografia raffinata e movimenti di macchina (specie quello all'inizio del film) talvolta illuminati. Su tutto svetta l'interpretazione di Pierfrancesco Favino, convincentissimo e probabilmente in una delle più complesse e impegnate prestazioni rese sul grande schermo. Complice un trucco da manuale, le differenze estetiche tra attore e personaggio sfumano, regalando una immersione totale. Se dovessi consigliare quest'opera, lo farei sicuramente per la prova d'attore di Favino. Dispiace soltanto che essa sia annebbiata da una trama poco interessante, poco aderente alla realtà e spesso irrisolta, così relegando a opera minore quello che avrebbe potuto rappresentare un film di grande spessore, impegno e divulgazione. Peccato.
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