Regia di Pietro Marcello vedi scheda film
Martin Eden, un giovane marinaio, sottrae un ragazzo dalle mani di un uomo che lo maltratta. Riaccompagnatolo a casa, un sontuosa magione borghese, conosce e s'innamora a prima vista di Elena, la sorella. Forse per poterle rimanere vicino, le chiede consigli per diventare uno scrittore. Ella, forte di una formazione umanistica di stampo accademico, lo indirizza lungo un percorso graduale di apprendimento. Martin Eden segue i consigli ed inoltre studia da autodidatta. Tra mille difficolta', la prima delle quali e' procurarsi di che vivere, forma una sua cultura. Contemporaneamente, si allontana da Elena, che ne ricambia il sentimento ma non comprende il suo spirito. Infine raggiunge il successo, ma non la felicita'. Ambientata in una Napoli distopica - costumi, oggetti, ambientazioni richiamano gli anni '60; contesto sociale, riferimenti culturali ed ideologici rimandano agli inizi del XX Secolo - ed ispirata all'omonimo romanzo di Jack London, l'opera racconta della crescita e metamorfosi del personaggio che da' nome al film. Martin Eden e' un uomo del popolo, un marinaio, di buon carattere ma certamente non raffinato nei modi, ne' istruito. L'ardore di diventare scrittore, acceso dall'amore per Elena, lo spingono ad una formazione autonoma; essa, benche' caotica, gli consente di rafforzare la propria coscienza civile senza l'influenza della cultura accademica e di maturare uno spiccato individualismo che lo porta ad avere - e sostenere con lucidita' - idee ben precise tanto circa il capitalismo, causa di sfruttamento dei molti a vantaggio dei pochi, quanto circa il socialismo, in quanto in contrasto con l'affermazione dell'io. La sua imponente statura morale gli causa difficolta' nel rapporto con Elena, che aveva saputo amarlo nonostante le disparita' sociali, fino al suo completo deteriorarsi. Quella stessa caratura d'animo lo porta ad una profonda e dolorosa solitudine, che si accentua nel momento in cui ottiene successo. Gli appare evidente la falsita' e l'ipocrisia di quel mondo accademico che lo circonda, ed ora lo corteggia, nonostante egli non abbia mutato alcuna idea rispetto al passato, quando, sconosciuto popolano con velleita' di poeta, era ignorato o respinto. Ne' riesce a riconciliarsi con il suo ambiente di origine, il proletariato, che non lo sente piu' come parte di se'. Anche un disperato ritorno di Elena non lo consola. Allontana definitivamente da se' la donna, infine decide di tornare la' da dove e' venuto, dal mare. E' destino che una persona, tanto piu' raggiunga una profondita' di pensiero, quanto piu' ne sia tormentata, angosciata, incompresa ? Volendo ascrivere il romanzo d'ispirazione entro la corrente artistica del decadentismo, la risposta potrebbe essere affermativa. Ottima interpretazione per Luca Marinelli, che si rivela attore versatile e ben calato nei ruolo. L'esuberanza e l'entusiasmo che lo animano nella prima parte del racconto lasciano pian piano spazio alla sfiducia, al tormento, alla consapevolezza di non poter essere felice. Altrettanto brava Jessica Cressy, nelle vesti dell'"eterea" Elena. Buona prestazione per il regista Pietro Marcello. Segue il suo personaggio nella sua vita quotidiana, nelle difficolta' di procurarsi da vivere, nei rapporti, a volte buoni, a volte meno, con le persone che lo circondano, arricchendo con molti dettagli una storia che si sviluppa nel "mondo delle idee". Una colonna sonora molto varia ed un montaggio a volte inquieto tengono sempre accesa l'attenzione. Buon film, trasmette con efficacia il pensiero e le suggestioni dello scrittore Jack London nonostante la loro complessita', non annoiando mai, anche grazie alle capacita' degli attori.
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