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Martin Eden

Regia di Pietro Marcello vedi scheda film

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La recensione su Martin Eden

di Mulligan71
7 stelle

"Martin Eden", un romanzo di Jack London, semi autobiografico, uscito agli inizi del novecento, non poteva finire in mani migliori. Pietro Marcello è, infatti, il regista perfetto per adattare questa storia "americana", miseria-successo-caduta, dentro la realtà italiana, più precisamente nella sua Napoli (anche se lui è di Caserta), nei suoi vicoli. Italia che Marinelli/Eden attraversa in un viaggio atemporale, dove l'inizio del secolo passato, delle prime lotte sindacali, del socialismo e delle rivoluzioni, si attorciglia attorno a una borghesia ottocentesca, a una Napoli anni settanta e alla guerra fascista, che fa da sfondo al finale. Tutta quest'alternanza d'epoche e di stili fluisce magnificamente suturata da inserti documentaristici, brevi e perfetti, tipici del Cinema di Marcello, che innalzano il film, altrimenti un po' didascalico e quasi "fiction tv", in certi passaggi. Martin Eden, così, diventa un po' l'uomo del novecento, che con le sue crisi personali, con il suo desiderio di diventare qualcuno con la scrittura, il suo muoversi fra i diversi strati della società, ce lo racconta. Il libro diventa quindi un pretesto, non una prigione, entro cui il regista si muove liberamente, raccontandoci comunque il desiderio di Martin e l'amore, la letteratura, non rinunciando al melò, ma senza piegarsi mai al cinema facile, scontato, da ragazzini. "Martin Eden" è un film adulto, denso e importante, sostenuto da un Marinelli al solito istrionico, bravo, ma che a me non finisce di convincere (con sta faccia che qui più che mai mi ricorda quella di Francesco Totti, mannaggia), da attrici di una bellezza pittorica, altera, e da una serie di personaggi minori che portano la pellicola, come dicevo, nei paraggi del suo straordinario esordio, il fu "La Bocca Del Lupo", 2009. Non tutto funziona, dicevo, a volte la materia sfugge di mano, forse ci sono troppe tracce e sottotracce, ma questo è un lavoro d'alto livello, raro per il Cinema italiano di oggi. Non per tutti, sicuramente. 

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