Regia di Pietro Marcello vedi scheda film
Mio primo incontro con il cinema del talentuoso regista casertano Pietro Marcello, fatto senza conoscere nulla del romanzo di Jack London da cui è tratto (dello scrittore lessi tanto tempo fa il classico "Il richiamo della foresta"). Il film è raffinato, intelligente, sicuramente non commerciale e fatto per dividere il pubblico e la critica, ma testimonia di una ricerca stilistica tutt'altro che superficiale e di un tentativo di reinventare un testo "alieno" in una forma inedita, rischiosa, originale. Marcello rimane fedele all'intreccio del romanzo, a quanto pare, ma il film conta per la preminenza data all'immagine, per un montaggio che procede per libere associazioni rispolverando il potere del "montaggio delle attrazioni" del maestro sovietico Eisenstein (ve ne sono alcuni esempi davvero potenti e significativi), per il meticoloso lavoro sul sonoro. E' un'opera che oscilla tra il film di prosa e il film di poesia, dove la trama non perde consistenza ma è solo uno strumento per arrivare ad altro, per ricordarci la genesi del socialismo, la filosofia di Spencer, l'inganno del Potere, tutto in una dimensione metastorica che mira al sincretismo, dove l'ambientazione napoletana mischia elementi estremamente eterogenei appartenenti sia al presente che al passato. Per me è stata un'esperienza affascinante, soprattutto nella prima parte che è davvero di alto livello, mentre la seconda è più legata alla parola e a tratti rischia di risultare verbosa negli scontri dialogici fra Martin e i suoi oppositori; ma il rischio principale è che l'azzardo sulla dimensione storica alla lunga finisca di confondere le idee allo spettatore (alla fine viene annunciata una guerra, ma in tutta onestà io non ho compreso a quale guerra il regista volesse riferirsi). Cast di ottimo livello con un Luca Marinelli eccezionale anche nei momenti più didattici, sempre intenso e centrato sul personaggio, una Jessica Cressy che non sfigura nei confronti impegnativi col protagonista, un Carlo Cecchi di alta scuola teatrale e molti comprimari espressivi. Un bel film, difficile e inevitabilmente intellettuale, ma ce ne fossero di opere così stimolanti nel panorama stagnante del nostro cinema.
voto 8/10
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