Regia di Jonas Carpignano vedi scheda film
Il trittico cominciato con Mediterranea e proseguito con A Ciambra si chiude con l'ennesima incursione in quella terra di nessuno che è teatro di scorrerie di trafficanti di uomini, comunità rom e criminalità organizzata. La Chiara del titolo è una ragazzina di 15 anni - come quindicenne era il protagonista de A Ciambra - che nel giorno della festa di compleanno della sorella maggiore scopre che il padre è un uomo della 'ndrangheta, un latitante costretto a vivere in un bunker. La ragazza vuole vederci chiaro, ma si ritrova circondata da un'omertà tetragona, a partire dai congiunti più stretti. Sarà lei stessa a cercare la verità e a fare le sue scelte.
In questo ultimo capitolo della Trilogia di Gioia Tauro l'italo-barbadiano Carpignano si conferma autore raffinato e impegnato, capace di raccontare la realtà che lo lega alle sue origini senza alcuna forma di retorica né facili scorciatoie. Nel vedere la protagonista combattere una guerra interiore tra fedeltà ai suoi valori e amore per la famiglia, lo spettatore - pur rimanendo a ciglio asciutto - viene trascinato in un thriller dell'anima che, soprattutto nella seconda parte dell'opera, sposta l'asse narrativo su un registro quasi da action movie. Peccato che nelle due ore di film i primi venti minuti scorrano lentissimi e con macchina da presa a spalla, nell'interminabile scena dei festeggiamenti che coinvolge l'intera famiglia Rotolo, consanguinei tanto nella finzione quanto nella realtà e tutti capacissimi di esprimere una recitazione sbalorditivamente verista.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta