Trama
La famiglia Guerrasio e gli amici si riuniscono per festeggiare il 18° compleanno della figlia maggiore di Claudio e Carmela. C'è una sana rivalità tra la festeggiata e la sorella quindicenne Chiara mentre gareggiano sulla pista da ballo. Per la famiglia, è un'occasione felice e tutti sono affiatati. Tuttavia, tuto cambia il giorno dopo, quando il padre delle ragazze scompare. Chiara, poco convinta di quanto accaduto, comincia a indagare. Mentre si avvicina alla verità, è costretta a decidere che tipo di futuro vuole per se stessa.
Curiosità
LA PAROLA AL REGISTA
"A Chiara è il terzo capitolo di una trilogia cominciata con Mediterranea nel 2015 e continuata con A Ciambra nel 2017. Sono arrivato a Gioia Tauro, in Calabria, nel 2010. Due migranti africani erano stati appena aggrediti e picchiati e ciò ha provocato la violenta sommossa che ho raccontato in A chjàna, il cortometraggio che ho diretto prima di Mediterranea. Poco dopo, mi sono trasferito lì e in seguito ho conosciuto Pio e la comunità rom che ho poi filmato in A Ciambra. Allora, nel 2010, non avevo l'idea di una trilogia in testa, volevo solo saperne di più sui disordini. Abbastanza presto ho però capito che volevo fare tre film sui tre volti di questa cittadina. Il primo era dato dalla comunità africana, il secondo da quella rom (un tempo nomade ma ora sedentaria e stabilitasi a Gioia Tauro) e il terzo dalla malavita, ovvero tutte quelle persone coinvolte nell'economia sommersa creata dalla mafia. Sapevo che avrei realizzato i tre film senza però conoscere esattamente come. Ricordo però di aver finito il primo trattamento di A Chiara tre settimane prima di iniziare le riprese di A Ciambra.
Senza dubbio, Gioia Tauro è un microcosmo di quella più ampia tendenza sociale ed economica che di questi tempi viene solitamente chiamata globalizzazione. Credo tuttavia che il solo modo per agguantare l'universale sia essere precisi, intimi e locali. Questa città ha qualcosa di molto particolare nel modo in cui questi fenomeni si intersecano. C'è l'economia metropolitana, la grande povertà ignorata dallo Stato e, in cima a tutto, l'arrivo di massa degli immigrati. Prima del 2012, quasi nessuno parlava di ciò quando ho avuto modo di conoscere la dura vita di Koudous Seihon, che era arrivato dall'Africa. La sua realtà, la sua esperienza e quelle dei suoi amici sono diventate la realtà di Mediterranea. Con A Ciambra e A Chiara, ho fatto una cosa simile.
In A Chiara riscopriamo personaggi dei film precedenti. Non volevo fare un grande film che unisse le tre facce di Gioia Tauro: migranti, rom e mafia. Volevo parlare di persone e non di soggetti generici. Eppure volevo insinuare l'esistenza di una connessione più ampia facendo ricomparire alcuni personaggi, anche se brevemente, in ogni film. Era ovvio per me che personaggi come Ayiva da Mediterranea e Pio e sua cugina Patatina da A Ciambra comparissero anche in A Chiara.
Tutto ciò che racconto della famiglia di Chiara è reale ma ho dovuto incasellarlo in una struttura narrativa fittizia. Non è stato difficile per Chiara e i suoi, che non sono attori professionisti, recitare: tutto ciò che portavano in scena era qualcosa che avevano già vissuto. Non hanno però mai letto la sceneggiatura: ognuno di loro all'inizio delle riprese conosceva esattamente solo ciò che il loro personaggio avrebbe dovuto conoscere.
Per me, A Chiara è più un film su una famiglia che sulla mafia. Certo, la cultura mafiosa segna molti aspetti della loro vita di tutti i giorni ma non è così dominante come la maggior parte della gente pensa. Quando vedo film sulla mafia con i suoi uomini a guidare macchine eleganti e con pistole nelle tasche posteriori, penso a quanto quelle immagini non corrispondano a ciò che ho visto nel tempo trascorso a Gioia. A Chiara è un film sulla famiglia, sulla relazione tra un padre e una figlia. Parla di come le persone imparino a trovare la loro bussola morale e a muoversi".
Trailer
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Commenti (8) vedi tutti
Film ben fatto. Ottima la protagonista. Unica scena poco credibile è quella della "visita alla raffineria"
commento di Artemisia1593Classico Film "Storie vere o simili" che,in questo contesto e modi di vivere hanno abbastanza rotto le Scatole : Interpretazioni comunque apprezzabili ma Storie di caos famigliare,Mafia,Sbarchi strani e altre cose d'Attualità invece che fare pensare,spesso fanno annoiare.voto.2.
commento di chribio1Swamie Rotolo un volto che rimane impresso, non interpreta Chiara lo è.
leggi la recensione completa di claudio1959Scoprire improvvisamente il mestiere dell'adorato padre può essere un trauma devastante, ma l'ambiente in cui vivi e il tempo che passa curano in modo naturale la ferita. Riprese incollate ai corpi ma di grande effetto per una narrazione quasi documentaristica. Ottimo il film e la protagonista.
commento di iroMezzo italiano, mezzo dialetto, parole masticate, abbastanza una porcheria senza senso recitata dalla famiglia Rotolo e che poi qualcuno ne ha fatto in film
commento di gruvierazCinema d'ambiente quello di Carpignano, qui molto bravo nel dirigere la "famiglia Rotolo" nella quale si conferma di notevole talento la 17enne Swamy. Cinema popolare di grande impatto realistico e drammatico per il quale vale sicuramente il tempo speso per la visione.
commento di bombo1Folgorante
leggi la recensione completa di BojackNegli occhi di una ragazzina il decadimento della sua famiglia,opera onesta e credibile.
leggi la recensione completa di ezio