Regia di Luciano Salce vedi scheda film
Roberto ha 20 anni ed è un piacente meccanico; senza fatica conquista ogni donna, per sposata, matura o intellettuale che sia. Ma nel suo cuore sa di essere pronto a sposarne solo una, la quindicenne Irene.
Commediola licenziosissima, Come imparai ad amare le donne, scritta dalla coppia Castellano & Pipolo che era d'altronde già nota per le sue farse sguaiate e ad alto tasso erotico per il periodo. Per capirci: il massimo che si vede è un nudo integrale di Anita Ekberg in piscina (e qualche fotogramma dei suoi capezzoli) e un nudo integrale di spalle di Romina Power: ma per il 1966 siamo in territorio hard, da luci rosse quasi. Se la storia è insipida e la morale vetusta (il giovane protagonista fa sua ogni donna che incontra, ma mantiene il suo cuore per la 15enne che realmente ama, così come lei è costretta a mantenere un'altra parte del corpo in vista del matrimonio), comunque della pellicola si possono salvare il mestiere del regista, un Luciano Salce perennemente in bilico fra impegno e intrattenimento (in quello stesso anno usciva in sala con El Greco, biografia del pittore) e la risma di nomi interessanti/buoni/ottimi presenti nel cast tecnico e artistico. Ennio Morricone cura la colonna sonora, Erico Menczer la fotografia; il montaggio è di Marcello Malvestito. Fra gli interpreti ampia è la prevalenza femminile: oltre alle già citate Ekberg e Power, si segnalano Michele Mercier, Gigi Ballista, Vittorio Caprioli, Sandra Milo, Elsa Martinelli, Carlo Croccolo, Orchidea De Santis, Nadja Tiller, Gianrico Tedeschi e, naturalmente, il giovane protagonista Robert Hoffmann, austriaco già visto sui grandi schermi nostrani (per esempio era il Lutring protagonista di Svegliati e uccidi di Lizzani, in quello stesso anno). 3/10.
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