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Rewind

Regia di Sasha Neulinger vedi scheda film

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La recensione su Rewind

di alan smithee
5 stelle

locandina

Rewind (2019): locandina

FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2019 - SELEZIONE UFFICIALE

I filmini o i video di famiglia servono almeno per mantener vivi i ricordi di un passato che la memoria spesso tende a disperdere almeno in parte, e a rinverdire, nelle occasioni spese a rivederli, il ricordo di parenti e amici che magari ci hanno lasciato, rivivendo momenti positivi e felici altrimenti destinati a rimanere un ricordo sempre più sbiadito.
In casa Neulinger, la smania di un padre di riprendere le frequenti riunioni di famiglia, frutto di un attaccamento al parentado che non potrebbe che risultare un aspetto molto positivo e lodevole, permette al giovane Sasha di ricostruire i dettagli scientemente cancellati dalla mente bambina di vittima innocente, relativi a quello che, poco per volta, è maturato sintetizzarsi come una serie di ripetute violenze sessuali che ben tre parenti stretti del regista hanno esercitato su di lui e sulla sorella.

scena

Rewind (2019): scena

Sasha Neulinger

Rewind (2019): Sasha Neulinger

Ecco allora che il regista, ricostruendo e rianalizzando un materiale di oltre 200 ore di filmati amatoriali ripresi dall'ignaro genitore (che poi risultò erroneamente tra i primi sospettati dei quegli ignobili atti esercitati contro i due minori), scopre l'orrore di una verità sconvolgente, e, in secondo luogo, ci invita a riflettere su quanto il divario tra l'immagine ingannevole e la più brutale realtà dei fatti, possa essere così totale, opposto, lacerante, sconvolgente.
Ma è proprio grazie a quei filmati innocenti, o concepiti per essere tali, che si sono riusciti a trovare gli indizi e le chiavi di lettura che la memoria delle vittime minori ha rimosso anche come reazione istintiva ad uno scempio immane, fisico come morale.
Tutto sconvolgente, tutto sin morbosamente attanagliante: ma lo stile documentaristico ed indagativo alla "Chi l'ha visto", ci pone, come spettatori, completamente nelle mani della verità e di un realismo inevitabilmente, ma anche volutamente rozzo che il regista ci propina ragionando su quei frammenti di filmati. 
Non che si voglia fare gli scettici o mettere in dubbio alcunché rispetto a quanto sconvolgentemente rivelato. 
E va riconosciuta alla pellicola la circostanza di indurre verso riflessioni anche profonde che legano la cruda e spietata realtà dei fatti, con la effettata e gioiosa intimità di filmati che inducono superficialmente a riscontrare atteggiamenti di posa e circostanza, ma che rivelano nel sottofondo inconfessabili segreti e devastanti verità. 
Ma è anche pur vero che "a diffidare non si sbaglia mai"... ha sempre sostenuto qualcuno.... 
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