Regia di Nicole Garcia vedi scheda film
VENEZIA 77 - CONCORSO
Lisa e Simon formano una coppia esteticamente ineccepibile, contraddistinta da un forte sentimento di attrazione che li unisce.
Tuttavia alla ragazza, che si sta formando come cameriera in una prestigiosa scuola alberghiera, il fatto che il compagno si occupi di spacciare droga alla sua cetchia di facoltosi clienti tossici, la infastidisce e preoccupa.
Quando uno di essi un giorno muore di overdose proprio davanti agli occhi sconvolti della coppia, Simon è costretto a fuggire abbandonando Lisa, che, non senza dolore, ne approfitta per lasciarlo. Anni dopo il caso vuole che i due si ritrovino in uno splendido atollo corallino dell'emisfero australe: lei ora è la moglie un pò annoiata di un ricco, misterioso faccendiere, mentre lui si guadagna da vivere come guida turistica ed insegnante di surf.
La passione tornerà a bruciare nei loro cuori, sino a comprometterli irrimediabilmente, sino alle estreme conseguenze. Nicole Garcia, acclamata interprete dotata e dall'ottima carriera, che da un ventennio ha tuttavia diradato la sua attività di attrice in favore di quella di regista, confezionando opere dignitose e forti di cast di tutto rispetto al punto da essere quasi sempre in grado di venire accolte a festival prestigiosi come Cannes o Venezia, ma di fatto mai veramente fondamentali o uniche, ci "intrattiene" stavolta con un intrigo "à trois" classico e scontato, parabola risaputa sull'amour fou al punto da non risultare minimamente contraddistinta da nemmeno un particolare genuino o originale che possa conferirle un afflato di novità.
Anche il cast, che vanta il nome di tre attori carismatici, se non veri e propri sex symbol, come l'atletico ed attonito Pierre Niney, la perennemente imbronciata, bellissima e filiforme Stacy Martin ed un pingue, inquietante Benoit Magimel, appare in qualche modo soffrire del qualunquismo in cui si impantana irrimediabilmente l'intrigo, impedendo loro di apportare anche un minimo guizzo di originalità e freschezza ad un film davvero telefonato e piatto.
Una ennesima conferma della medietà di stile che, sin dall'inizio, caratterizza questa regista piena di iniziativa e desiderio di raccontare o adattare e trasporre storie sul grande schermo, ma di fatto non proprio in grado di rendersi fautrice di un percorso degno dell'attenzione che le viene quasi sempre rivolta ed assicurata.
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