Regia di John Byrum vedi scheda film
Ci sono pellicole che rappresentano (periodi del)la nostra esistenza. Pur non essendo capolavori. Ma, nella misura in cui ci hanno particolarmente colpito/segnato, li erigiamo ugualmente a(l piedistallo dei) cult movie. Ho sempre adorato Bill Murray. Credeva in questo ruolo drammatico, insolito per lui. Quest'opera nasce da un suo personale capriccio e, come ogni capriccio - benigno o maligno - si concluse in un flop. Ma non è detto che un flop debba obbligatoriamente corrispondere ad un bluff ... E' il remake di un film di Edmund Goulding del '46 (già ispirato ad un romanzo maledetto di Maugham): verso il suo antecedente filmico, è rimasto fedele nell'impegno produttivo al cospetto dei continui, necessari cambiamenti di set. Infatti è ricchissimo per quanto riguarda gli scenari e le ambientazioni. Parla del nostoss, condanna sia l'egoismo che l'assistenzialismo, incita alla voglia di affrontare e sopratutto di proseguire. FilmTv lo definisce "confuso e discontinuo": magari è vero, magari lo sono anch'io e lo siamo un pò tutti noi. A prescindere del climax della diegesi, il pathos si taglia col coltello. D'ampio respiro, sotto ogni punto di vista.
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