Regia di Stéphane Demoustier vedi scheda film
Interessante "courtroom drama" in cui giustizia privata e pubblica si allineano e si contrastano, in cui le verità di un pubblico ministero sembrano essere opposte a quelle della famiglia e della giuria che si trovano a dover giudicare una sedicenne, probabilmente colpevole di omicidio. La vita giuridica si intreccia alle identità psicologiche dell
Interessante "courtroom drama" in cui giustizia privata e pubblica si allineano e si contrastano, in cui le verità di un pubblico ministero sembrano essere opposte a quelle della famiglia e della giuria che si trovano a dover giudicare una sedicenne, probabilmente colpevole di omicidio. La vita giuridica si intreccia alle identità psicologiche della protagonista che offre una netta individuale caratterizzazione, un cervello sorprendente e una personalità adamantina.
Nonostante la giovanissima età, Lise, figlia ribelle, sfodera una sicurezza da 45enne e una personalità, anche sessuale, molto intensa.
Con la direzione della fotografia di Sylvain Verdet, le scenografie di Catherine Cosme, i costumi di Anne-Sophie Gledhill e le musiche di Carla Pallone, La ragazza con il braccialetto è il remake francese dell'argentino Acusada presentato in concorso al Festival di Venezia 2018.
A raccontare le ragioni del film è lo stesso regista: "Fin dall'inizio, ho trovato il progetto tanto eccitante quanto rischioso. Avrei dovuto girare un film su un processo che avrebbe instillato nello spettatore una sorta di dilemma pavloviano portandolo a voler conoscere dapprima i fatti e poi a rifiutare la verità. La ragazza con il braccialetto suggerisce a tutti noi che, nel ricostruire la verità, potremmo anche fare a meno dei fatti. Se non si vuole deludere il pubblico, però, è meglio distrarlo e portare la sua concentrazione altrove. In questa storia, quell'altrove è qualcosa di molto profondo e primordiale e risiede nella relazione che Lise ha con la sua famiglia. Dal momento in cui inizia il processo il dubbio si insinua pian piano in tutti. Anche Bruno, il padre, vede aprirsi delle crepe nelle sue certezze. Non mette però in discussione l'innocenza di Lise, ma l'immagine che di lei si è creato nella testa. Man mano che il processo avanza, emerge la domanda centrale: Lise ha ucciso Flora? E prima di trovare ancora la risposta ne emerge un'altra ancora più complicata: Lise verrà condannata?". Esiste ovviamente una differenza tra ciò che io volevo per loro e ciò che loro sono diventati: credo che ciò sia alla base del rapporto tra genitori e figli. In La ragazza con il braccialetto l'atmosfera è aggravata dalle domande dei genitori di Lise: fino a che punto loro conoscono la figlia? La domanda si estende ovviamente a tutti noi: quanto capiamo i nostri figli? L'amore dei genitori è incondizionato o ha un limite oltre il quale non può più andare?". "Dal punto di vista della narrazione, ho scelto di partire dal processo, a due anni dagli eventi", ha concluso Demoustier. "E ho scelto di raccontare la vicenda attraverso il punto di vista degli osservatori in aula e non attraverso gli occhi dell'imputata. In sostanza, volevo che fosse un film su un processo visto da coloro che erano lì presenti a guardare da dietro il banco degli imputati. L'aula di un tribunale è il posto in cui la verità deve essere trovata, scovata e rivelata. Eppure, nel caso di Lise, la verità cambia spesso versione e forma. I fatti è come se fossero scomparsi e solo il verdetto potrà ridefinire gli eventi, ponendo la parola fine a interpretazioni e incomprensioni. Il dubbio, però, rimarrà in tutti quanti". La sedicenne Lise è accusata di aver ucciso la sua migliore amica. I suoi genitori le stanno a fianco, come naturalmente ci si aspetta. Una volta cominciato il processo, la vita segreta di Lise sarà pian piano rivelata a tutti. Chi è Lise veramente? Conosciamo fino in fondo le persone che amiamo?
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