Trama
La sedicenne Lise è accusata di aver ucciso la sua migliore amica. I suoi genitori le stanno a fianco, come naturalmente ci si aspetta. Una volta cominciato il processo, la vita segreta di Lise sarà pian piano rivelata a tutti. Chi è Lise veramente? Conosciamo fino in fondo le persone che amiamo?
Approfondimento
LA RAGAZZA CON IL BRACCIALETTO: CONOSCIAMO DAVVERO I NOSTRI FIGLI?
Diretto da Stéphane Demoustier, La ragazza con il braccialetto racconta la storia di Lise, una sedicenne accusata di aver ucciso la sua miglior amico. Com'è naturale che sia, i genitori le stanno accanto e la sostengono. Tuttavia, una volta in tribunale, la vita segreta di Lise comincia a svelarsi pian piano e il suo caso si complica ulteriormente, anche perché la giovane non fa nulla per difendersi dalle accuse che le vengono mosse. Ma chi è davvero Lise? E, soprattutto, quanto conosciamo a fondo chi amiamo veramente?
Con la direzione della fotografia di Sylvain Verdet, le scenografie di Catherine Cosme, i costumi di Anne-Sophie Gledhill e le musiche di Carla Pallone, La ragazza con il braccialetto è il remake francese dell'argentino Acusada, presentato in concorso al Festival di Venezia 2018. A raccontare le ragioni del film è lo stesso regista: "Fin dall'inizio, ho trovato il progetto tanto eccitante quanto rischioso. Avrei dovuto girare un film su un processo che avrebbe instillato nello spettatore una sorta di dilemma pavloviano portandolo a voler conoscere dapprima i fatti e poi a rifiutare la verità. La ragazza con il braccialetto suggerisce a tutti noi che, nel ricostruire la verità, potremmo anche fare a meno dei fatti. Se non si vuole deludere il pubblico, però, è meglio distrarlo e portare la sua concentrazione altrove. In questa storia, quell'altrove è qualcosa di molto profondo e primordiale e risiede nella relazione che Lise ha con la sua famiglia. Dal momento in cui inizia il processo il dubbio si insinua pian piano in tutti. Anche Bruno, il padre, vede aprirsi delle crepe nelle sue certezze. Non mette però in discussione l'innocenza di Lise ma l'immagine che di lei si è creato nella testa. Man mano che il processo avanza, emerge la domanda centrale: Lise ha ucciso Flora? E prima di trovare ancora la risposta ne emerge un'altra ancora più complicata: Lise verrà condannata?".
"Rifiutando di voler presentare colpi di scena al offrire una soluzione chiara, ho preferito concentrarmi sui personaggi secondari - persone che non conoscono e non possono conoscere tutta la verità - e trasformarli in protagonisti. In questo modo, mi sono liberato dai vincoli del genere. Da quando sono diventato padre, ho sentito crescere il peso della responsabilità e l'ansia. Vedendo i miei bambini crescere, sono rimasto sconcertato dalla loro alterità: ho visto la carne della mia carne diventare altro rispetto a me. Esiste ovviamente una differenza tra ciò che io volevo per loro e ciò che loro sono diventati: credo che ciò sia alla base del rapporto tra genitori e figli. In La ragazza con il braccialetto l'atmosfera è aggravata dalle domande dei genitori di Lise: fino a che punto loro conoscono la figlia? La domanda si estende ovviamente a tutti noi: quanto capiamo i nostri figli? L'amore dei genitori è incondizionato o ha un limite oltre il quale non può più andare?".
"Dal punto di vista della narrazione, ho scelto di partire dal processo, a due anni dagli eventi", ha concluso Demoustier. "E ho scelto di raccontare la vicenda attraverso il punto di vista degli osservatori in aula e non attraverso gli occhi dell'imputata. In sostanza, volevo che fosse un film su un processo visto da coloro che erano lì presenti a guardare da dietro il banco degli imputati. L'aula di un tribunale è il posto in cui la verità deve essere trovata, scovata e rivelata. Eppure, nel caso di Lise, la verità cambia spesso versione e forma. I fatti è come se fossero scomparsi e solo il verdetto potrà ridefinire gli eventi, ponendo la parola fine a interpretazioni e incomprensioni. Il dubbio, però, rimarrà in tutti quanti".
Il cast
A dirigere La ragazza con il braccialetto è Stéphane Demoustier, produttore e regista francese. Nato a Lille nel 1977, si è fatto conoscere dopo una serie di cortometraggi presentati in vari festival internazionali con Terre battue, presentato nel 2014 alla Settimana della Critica del Festival di Venezia 2014. In… Vedi tutto
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Commenti (5) vedi tutti
Film fallace già a partire dal titolo...
leggi la recensione completa di dansk_noirDiscreto e interessante legal thriller, girato con intelligenza dove i dialoghi non sono mai banali. L' attore marocchino stona nell'ambito familiare.
commento di gruvierazMah,dopo 10' siamo già in Aula processuale,ogni tanto si esce dalla stessa ma la Storia annoia assai.voto.1.
commento di chribio1Più che "bello", direi interessante; si svolge con calma, senza isterismi, senza sentirsi "tirare per la giacchetta". Poi, la valutazione del caso in sé, e/o del personaggio principale, é a discrezione del nostro modo di vedere le cose della vita. Voto: 6,5 (sei e mezzo).
commento di Roberto MorottiInteressante "courtroom drama" in cui giustizia privata e pubblica si allineano e si contrastano, in cui le verità di un pubblico ministero sembrano essere opposte a quelle della famiglia e della giuria che si trovano a dover giudicare una sedicenne, probabilmente colpevole di omicidio. La vita giuridica si intreccia alle identità psicologiche dell
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