Regia di Emma Dante vedi scheda film
Protagoniste cinque sorelle e un appartamento che condividono con un stormo di colombi durante tre fasi della vita: un film che prende al cuore più che alla testa, emoziona e commuove, lascia un magone che ti accompagna all'uscita.
Voto: 7,5 su 10
L’infanzia/adolescenza, l’età adulta e la vecchiaia delle cinque sorelle Macaluso: Maria, Pinuccia, Lia, Katia, Antonella, cresciute senza genitori in un appartamento al piano alto di una palazzina a Palermo, in parte trasformata in voliera per uno stormo di colombe allevate per affittarle per matrimoni ed altri eventi. Un rapporto di sorellanza totale e complicata, tra complicità, litigate, spensieratezza, dolori, solidarietà, rimpianti, tragedie.
Diretto e co-sceneggiato da Emma Dante come adattamento della sua omonima pièce teatrale, Le Sorelle Macaluso è un film vibrante, forse non perfetto, ma che regala momenti di fortissima emozione. Diviso in tre atti corrispondenti a tre momenti storici, che non sono risuscito a individuare precisamente: certi passaggi della storia sono volutamente lasciati oscuri e le ellissi temporali non si preoccupano di spiegare tutto. Il primo capitolo dovrebbe ambientarsi negli anni '80 (per il riferimento al Ritorno al Futuro, citazione appropriata in un film sullo scorrere del tempo) o '90 (per le canzoni), il secondo forse ai nostri giorni o pochi anni fa (ci sono comunque gli smartphone), il terzo ai nostri giorni o in un futuro che però non sembra tale, anche perché l'appartamento resta imprigionato in un passato che lo divora, facendosi sempre più fatiscente.
Un punto di forza dell'opera è che non risente affatto dell'origine teatrale, riuscendo Emma Dante a trasferire sullo schermo un soggetto pensato per il palcoscenico utilizzando un linguaggio squisitamente cinematografico, riducendo i dialoghi e potenziando le immagini e le musiche e portando l'intreccio anche fuori dall'appartamento che pure ne costituisce il cuore pulsante.
Ad esempio l'esplosione di vitalità nella sezione musicale balneare, in cui seguendo la gita in spiaggia delle ragazze ascoltiamo Inverno di Franco Battiato, Sognare Sognare di Gerardina Trovato che le vede danzare spensierate sulla battigia e Meravigliosa Creatura di Gianna Nannini, che torna nel finale come canzone di chiusura.Quella giornata di sole, lo capiremo più avanti, segnerà eternamente la sorellanza Macaluso per colpa di un orrido spunzone arrugginito.
Poi si salta in avanti alla secondo seconda sezione in cui le ritroviamo ormai adulte per una cena, occasione per discutere dell'eventuale vendita della casa maltenuta, serata in cui esplodono liti furibonde e una scioccante rivelazione segna una nuova perdita. Il terzo atto è quella del ricomposizione, delle mani che si intrecciano unendo vive e morte, ma anche quello del definitivo prevalere dello scorrere inesorabile del tempo sulle sorelle e sul loro appartamento.
La casa è, oltre alle dodici brave attrici che interpretano le cinque sorelle, l'altra grande protagonista, affacciata sul mare che le sorelle scavano un buco nel muro per guardare, abitata dai colombi che devono mangiare il becchime nei piatti del servizio buono, piatti che si rompono e non si possono rincollare com'erano prima. Una scenografia domestica che invecchia di pari passo con le Macaluso e conserva come uno scrigno i ricordi di chi non c'è più, i cimeli di una quotidianità ormai scomparsa.
Le attrici, giovani, mature ed anziane sono tutte molto brave: il problema che ho riscontrato nella visione del film è una certa confusione derivante dalla difficoltà seguire i personaggi nel corso dei tre atti, interpretati da attrici differenti e non sempre facilmente ricollegabili alla sezione precedente.
Emma Dante, celebrata regista teatrale alla sua seconda prova al cinema, si dimostra talentuosa nell'evocare l'emozione. Se da una parte tiene la macchina da presa appiccicata alle sue protagoniste per trasmettercene l'emotività più diretta, dall'altra costruisce sequenze dalla forza onirica o simbolica: fa invadere la casa dai colombi durante la gita al mare delle ragazze; mescola fantasmi dall'aspetto fissato al giorno della loro morte e protagoniste viventi ed invecchianti; ci trascina in una Palermo inedita, solare o piovosa, tra il liberty dello stabilimento Charleston di Mondello e un parco semi-abbandonato popolato da astruse statue di dinosauri; infine riesce a creare immagini potenti anche nella loro sgradevolezza: l'autopsia di animali con l'estrazione del cuore di un cerbiatto, la scena disturbante in cui dopo di aver annunciato di aver il cancro indossando il suo tutù adolescenziale da ballerina, una sorella divora famelica un piatto di tipici dolci siculi facendone scempio.
Le Sorelle Macaluso è un film che prende al cuore più che alla testa, emoziona e commuove, lascia un magone che ti accompagna all'uscita.
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