Regia di Agnès Merlet vedi scheda film
La trama è volutamente semplice per arrivare dritta a ciò che vuole raccontare: la violenza che anestetizza e sterilizza la vita. La storia vera è solo accennata ma fa da spunto ad una vera tragedia.
Maestro d'arte è qui colui che insegna l'arte della contemplazione, che è l'arte di conoscere la verità. In questa storia è l'amante che amerà fino al punto di non voler salvare la propria vita, per salvare quella dell'amata.
Il padre le insegna la tecnica e da lui si aspetta che faccia altrettanto, lui invece le insegna lo scopo.
Non è un film sull'arte in senso stretto, il tema è universale.
L'Amore trasporta l'individuo nel cuore di Eros, o di Pan, immancabilmente temuto da uomini troppo mondani.
"Loro! Loro chi?" Lo stupore angosciato di Artemisia apre la seconda, tragica parte, dopo l'idillio della prima.
Da quel giorno la sua arte non avrà potuto essere altro che una smorfia di dolore. Per questo ha detto a suo padre: "dipingere ci unirà, anche lontani".
Ergendosi a dio egli stesso ha fatto condannare il vero dio al supplizio. Storia universale che si ripete? C'è chi pretende di giudicare la natura da cui origina; il padre terreno, l'iniziatore del mestiere del vivere, che diventa giudice del dio, del padre celeste che l'ha reso padre, del maestro che l'ha reso maestro. La convenzione che si erge a principio, il mezzo che diventa fine, la mente protorazionale che bestemmia contro il Logos che le ha dato la vita, la legge che dichiara colpevole Dio stesso...
Alcuni doppiaggi - che forse sono meglio dell'originale, non posso dire.
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