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So cosa hai fatto

Regia di Jim Gillespie vedi scheda film

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Fanny Sally

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La recensione su So cosa hai fatto

di Fanny Sally
6 stelle

È un sentimento di inevitabile sconfitta a permeare la storia, oltre ad un leggero umorismo nero e cupo, che si fa più evidente nel finale, dando adito ad una possibile continuazione, come in effetti è avvenuto, sebbene a distanza di parecchio tempo.

In una piccola cittadina costiera americana, un gruppetto di giovani di belle speranze trascorre l’ultima notte di vacanze estive prima dell’inizio del collage o del lavoro, tra bevute e sesso sulla spiaggia. Sulla strada del ritorno investono un uomo, ma stringono un patto di reciproca omertà, per non vedersi rovinare il futuro. Un anno dopo, tuttavia, il passato torna a perseguitarli per ciò che hanno commesso. E nessuno di loro si sente più al sicuro.

 

L’influenza narrativa e visiva del cult di Wes Craven Scream (1996), è tangibile in questo thriller horror adolescenziale diretto dal poco prolifico Jim Gillespie, che ha un inizio parecchio lento e graduale, per poi raggiungere dei buoni livelli di tensione, pur non eccedendo mai troppo con i balzi sulla poltrona, tantomeno con le scene truculente, sebbene l’assassino vada uccidendo le sue vittime con un grosso gancio da pesca.

 

Al centro della trama non è tanto il serial killer in cerca di vendetta, quanto l’analisi della scialba e fallimentare esistenza di chi anni prima aveva taciuto il suo omicidio e comunque non è riuscito a costruirsi una vita soddisfacente e serena. Il senso di colpa dunque, la disillusione per una maturità meno rosea e significativa del previsto. È un sentimento di inevitabile sconfitta a permeare la storia, oltre ad un leggero umorismo nero e cupo, che si fa più evidente nel finale, dando adito ad una possibile continuazione, come in effetti è avvenuto, sebbene a distanza di parecchio tempo.

 

Impregnato di tutti gli stereotipi buoni e cattivi degli anni ’90, è oggi adatto ai nostalgici.

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