Regia di Jérémy Clapin vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 2019 - SEMAINE DE LA CRITIQUE Una mano mozzata improvvisamente si rianima e tenta di fuggire dallo strano laboratorio ove sono contenuti inquietanti resti umani. Il suo viaggio sarà infestato di pericoli e trabocchetti, ma lungo la strada l'arto acquisisce poco per volta, oltre ad una capacità quasi visiva per orientarsi nel suo viaggio, anche una propria memoria grazie alla quale ogni occasione o dettaglio diventa l'occasione per acquisire dettagli e ricordi inerenti l'altro resto del corpo.
Comprenderemo molto del personaggio malinconico del giovane che l'ha accidentalmente perduta, e la stessa troverà il modo per ricongiungersi col resto del corpo da cui è stata separata. Animazione adulta, che schiva o evita di pensare solo al ritorno economico, e già solo per questo merita approfondimento e suscita apprezzamento a priori.
Opera prima dl lunga durata del cineasta Jérémy Clapin, che qui realizza un film noir a tratti romantico che non sempre riesce ad evitare di risultare fumoso, ma che si porta dietro qualche merito.
Certo il personaggio del protagonista non appare descritto e risolto come sarebbe gradito riuscire a percepire, e la vicenda finisce per risultare un po' meccanica e fredda.
Ma l'operazione, che ricorda un po' come storia l'esordio di Oliver Stone con il thriller "La mano", possiede una sua dignità e una sua poetica di fondo almeno a tratti rintracciabile.
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