Trama
Il giorno in cui Muzamil è nato, lo Sceicco del suo villaggio ha predetto che sarebbe morto all'età di 20 anni. Il padre di Muzamil, non sopportando quella triste sorte, è fuggito di casa. La madre, invece, lo ha cresciuto con amore e protezione. Per Muzamil però arriva il giorno in cui compie 19 anni e la sua vita prende una piega inattesa.
Approfondimento
YOU WILL DIE AT 20: UN INNO A VIVERE COME SI VUOLE
Diretto da Amjad Abu Alala e sceneggiato dallo stesso con Yousef Ibrahim, You Will Die at 20 racconta la storia di Muzamil, su cui pende una profezia. Nato nella provincia di Aljazira, nel moderno Sudan, Muzamil ha secondo le previsioni del santone del suo villaggio il destino segnato: morirà all'età di vent'anni. Il padre non sopporta tale sorte già segnata e se ne va da casa. Sakina, la madre, lo cresce allora da sola preservandolo da ogni pericolo e manifestando un'eccessiva protezione. Il tempo, però, trascorre inesorabilmente e per Muzamil si avvina il giorno del suo diciannovesimo compleanno, con tutto ciò che esso comporta.
Con la direzione della fotografia di Sébastien Goepfert e le musiche originali di Amin Bouhafa, You Will Die at 20 è stato così presentato dal regista in occasione della partecipazione alle Giornate degli Autori del Festival di Venezia 2019: "Alla base del film c'è prima di tutto un racconto dello scrittore e attivista sudanese Hammour Ziada, che vive in Egitto perché è stato bandito dal Sudan per dieci anni. L'ho letto nel 2016 e ho immediatamente capito che avrebbe ispirato il mio primo lungometraggio. La storia mi ha infatti riportato alla mia giovinezza: sebbene fossi un ragazzo allegro, vitale e dedito come tutti alle cose piacevoli, non riuscivo a togliermi dalla mente l'idea della morte. Era dovuto al fatto che, durante il periodo trascorso in Sudan da bambini, due morti una dietro l'altra mi avevano particolarmente segnato, quella del mio migliore amico e quella di una delle due mie zie. Ricordo che per un periodo di tempo smisi quasi anche di parlare, diventando un bambino fin troppo tranquillo".
"You Will Die at 20 - ha proseguito Abu Alala - è una sorta di favola su cosa impedisce alle persone di vivere a pieno la loro vita. Il film affronta come una forte convinzione possa influenzare la vita di ognuno e il modo in cui a volte questa può essere usata a scopo politico. Il governo sudanese di Omar el-Beshir ha usato l'Islam per tappare la bocca a tutti: quando si dice "Così vuole Dio", nessun altro può aggiungere nulla. Il mio film è dunque un invito alla libertà. Niente e nessuno può dire: questo è il tuo destino, così è scritto da qualche parte. Ognuno di noi deve decidere da solo come sarà la sua vita. E questo è ciò che Suleiman cercherà di insegnare a Muzamil. Muzamil è uno di noi, uno dei tanti costretto nel ruolo che la società gli ha affibbiato, rinchiuso in uno spazio in cui non è possibile annusare l'aria che c'è fuori! La storia descrive la sofferenza e il dolore di quelle comunità che affogano nell'ignoranza e nella superstizione. Per certi versi Muzamil trascorre la sua vita pagando il prezzo per tutti quelli intorno a lui che credono in cose inesistenti, arrivando perfino ad abbracciare l'idea della propria morte".
Il cast
A dirigere You Will Die at 20 è Amjad Abu Alala, filmmaker sudanese nato e cresciuto negli Emirati Arabi Uniti, dove ha compiuto gli studi universitari sui media. Da produttore e regista ha segnato il ritorno del cinema sudanese nei festival internazionali, realizzando numerosi cortometraggi, tra cui Orange and… Vedi tutto
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- Leone del Futuro - premio Venezia Opera Prima "Luigi De Laurentiis" al Festival di Venezia 2019
Commenti (2) vedi tutti
le opere con un finale (apparentemente) dichiarato fin dalle prime immagini contengono degli ovvii rischi. Alala riesce piuttosto bene a uscire dalla gabbia in cui si è messo volontariamente, grazie a una genuina e colorata messa in scena. ritmo non esattamente strabordante, ma stoffa ce n'è.
commento di giovenostaNon con i bianchi e neri delle tradizioni o delle dispute, ma coi colori e i suoni della Vita (e i sogni del cinema, dell'arte) si può e si è chiamati a risorgere
commento di Marsil_Claritz