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Cannibal Ferox

Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film

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La recensione su Cannibal Ferox

di Piace91
6 stelle

Cannibal Ferox! Un titolo che non può non galvanizzarti apposto a un film che ha tanto da dare, ma non lo sa. Umberto Lenzi è un multiforme, un regista di genere dal fiuto spiccato: un uomo che sa individuare il filone che piace al box office, studiarlo e dargli continuità con almeno tre o quattro titoli in fila. Lenzi è anche l'embrione del cannibal movie italiano, grazie a Il paese del sesso selvaggio, sebbene sia ricordato maggiormente come uno dei maestri del poliziottesco. Infatti, le scene da giallo metropolitano sono presenti anche nel film in questione e fanno da contraltare alle peripezie vissute dai prtagonisti nella foresta pluviale. Già questo cambio di ambientazione repentino e continuato non è gestito al meglio e la sensazione di raffazzonato si allarga a praticamente tutto il resto, effetti speciali esclusi. 

 

Cannibal Ferox è un Cannibal Holocaust mancato, ne ricalca pedissequamente i principali stilemi anche a costo di forzature. I cambi di scena tra giungla e metropoli che in CH ti accompagnavano lungo la morale finale del film, qui servono semplicemente a spezzare la monotonia del girato. La morale stessa è più superficiale, manca di costruzione e di sostanza: c'è perché deve esserci e non per altro. La sceneggiatura e il soggetto vacillano e non poco: due spacciatori indebitati che scelgono di cercare smeraldi nella giungla e un'antropologa che vuole fare ricerca sul campo per dimostrare la falsità del mito del cannibalismo (come, mi domando) non ti danno proprio un'idea di solidità dello script. Lo svolgimento è un continuo peregrinare tra il villaggio cannibale e il fiume, ma non ne capisci il motivo. "Il fiume è la salvezza", "Torniamo al villaggio", "Una volta al fiume siamo salvi", "Passeremo la notte nelle capanne". No, non me lo spiego. Nel mentre, in città, un commissario di quartiere dà la caccia al già citato spacciatore, a sua volta cercato dai due malviventi più goffi del globo (Perry Pirkanen! Chissà se ti evirano anche stavolta...) in un girovagare un po' diluito, che servirà a far partire le ricerche. 

 

Quindi, sceneggiatura esilissima, soggetti del menga e copiature: fin qui, il classico film di genere da vedere e confondere con un altro due anni dopo mentre ne parli a un amico. E invece, Cannibal Ferox non si dimentica. L'arma segreta del film è una dose robustissima di trovate macilente e splatter a profusione, che riguarda ovviamente sia uomini che animali, ma a livelli di sadismo mai raggiunti. Se in CH Barbareschi sparava a un maialino, qui lo stesso viene barbaramente trucidato in una scena raggelante, quasi come quella in cui un piccolo mammifero viene soffocato da un'anaconda. Sono momenti che ti rimangono stampati nella memoria, come l'evirazione e scoperchiamento cranico di un Giovanni Lombardo Radice molto convincente o l'iconica morte di Zora Kerowa agganciata per i seni. Insomma, CF copia tanto da CH, ma ha dalla sua dei momenti di eterno cinema dell'orrore e del disgusto che lo rendono troppo efferato e disturbante per essere lasciato nel calderone dell'ordinario.

 

 

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