Regia di Joe D'Amato vedi scheda film
Una ballerina cerca fortuna a Broadway, ma trova solo uomini arrapati e stupratori.
La messa in scena è dignitosa, la storia è molto labile, la recitazione passa in secondo piano molto presto; Dirty love è una pellicola erotica patinata nella quale alla protagonista viene più spesso richiesto di mostrare il retro della faccia, e la trama procede di conseguenza. Valentine Demy, che in quell’anno prendeva parte anche a Snack Bar Budapest di Tinto Brass, è perfetta nei panni (a dir la verità ben pochi) di Terry Jones, ragazza decisamente disinibita dalla curiosa omonimia con il Monty Python regista de Il senso della vita e Brian di Nazareth; Terry conquista qualsiasi uomo le capiti sotto tiro, ‘convertendo’ persino un omosessuale incredulo di aver subito un simile fascino femminile, e cacciandosi naturalmente in un mare di guai testosteronici per colpa della sua devastante avvenenza. Nella sceneggiatura di Daniele Stroppa non c’è davvero altro e Joe D’Amato, anche direttore della fotografia con lo pseudonimo di Federico Slonisco, fa quel che può per rendere migliore quantomeno dal punto di vista estetico un prodottino seriamente privo di ambizioni e destinato alle proiezioni nelle sale destinate a un pubblico adulto. Di lì a poco il regista comincerà a girare assiduamente pellicole pornografiche e a dedicare sempre meno tempo al cinema non a luci rosse. 2/10.
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