East End, estrema periferia sud di Londra, Ray vive insieme a sua moglie Valerie in un caseggiato squallido. Suo cognato Billy balordo e drogato non fa altro che progettare rapine e per cercare la droga è disposto anche a mendicare.
Note
Durissimo, sgradevole, eppure profondamente affettuoso e "giusto": il primo film diretto da Oldman (che non compare nel cast), vincitore al festival di Cannes 1997 di un meritatissimo premio all'attrice Kathy Burke (ma anche Ray Winstone, che interpreta il marito, è bravissimo). Ispirato alla sua adolescenza nei sobborghi di Londra, accompagnato dalla musica di Eric Clapton, va addosso ai personaggi con una macchina a mano che restituisce una realtà devastata e frastornante. E che pure, verso la fine, raggiunto il culmine della sofferenza, riesce a ritrovare una solidarietà e un senso delle radici tutti britannici.
Scritto e diretto, da Oldman al suo debutto alla regia, un bel debutto crudo e nudo, nel vero senso della parola. Inspirato dalle sue esprienze di vita e dedicato al padre. Il padre, argomento base e devastante di questo di film, che sembra non lasciare spiraglio di speranza, ma che in un finale poetico e di riflessione collettiva ci porta un briciolo di speranza in un mondo condannato.
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Gary Oldman, oltre che un grande attore, dimostra di essere un ottimo regista con questo film autobiografico del 1997 che racconta le vicissitudini di un ragazzo inglese tossicodipendente, con una famiglia disagiata alle spalle. A parte qualche digressione un po’ lenta (si pensi alla lunga sequenza introduttiva) la vicenda è efficace nel raccontare un microcosmo dannato e…
Prendendo spunto da una bella playlist di Peppe Comune proviamo a rilanciare il tema "urbanistico" delle periferie nel cinema. Ma attenzione: periferia non è provincia. Per avere una periferia ci vuole una città, una…
L'esordio del grande attore Gary Oldman, che non si ritaglia neanche una piccola parte, premiato per la miglior attrice al Festival di Cannes, è un film crudo, intenso e senza compromessi che mette insieme il proletariato di "MY NAME IS JOE", levandogli quella pochissima speranza che c'era, alla verità di "TRAINSPOTTIG", ma molte meno urlata e più riflessiva, il che non è poco, anzi è…
Scritto e diretto, da Oldman al suo debutto alla regia, un bel debutto crudo e nudo, nel vero senso della parola. Inspirato dalle sue esprienze di vita e dedicato al padre. Il padre, argomento base e devastante di questo di film, che sembra non lasciare spiraglio di speranza, ma che in un finale poetico e di riflessione collettiva ci porta un briciolo di speranza in un mondo condannato.
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voto 7. Quasi un docudramma, con iperrealistiche scene di violenza domestica ed uso di eroina. Resoconto delle disperate e disperanti peripezie domestiche di una famiglia britannica, senza alcuna concreta speranza di riscatto, personale e/o sociale. Non si vede luce, c'é solo la forza di andare avanti, nonostante tutto. Durissimo.
quasi un documentario.
al di la della sgradevolezza del film per chi certe situazioni le ha vissute realmente e ci e' dovuto sguazzare, comunque un inno al cinema vero, senza troppe favole e lieti fine.
la scena più significante quando la madre porta il figlio dal pusher, gli da i contanti per la dose, e lo fa fare nel bagagliaio della sua auto. niente fronzoli. si raschia il fondo del…
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Commenti (3) vedi tutti
VOTO : 7 Violento, crudo, in fondo estremamente umano. Un film cruento da vedere per riflettere.
commento di supadanyStrepitoso! Recuperatelo subito! Realistico, originale, disperato e vero.
commento di orlandorimbaudTra una pera e l'altra, niente di nuovo sotto il sole. Sguaiato e squallido.
commento di movieman