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Tre piani

Regia di Nanni Moretti vedi scheda film

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Barone Cefalu

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La recensione su Tre piani

di Barone Cefalu
9 stelle

Attaccato volgarmente e in modo eccessivo da una certa stampa, ma anche da coloro che si definiscono "Morettiani" (termine che non vuol dir nulla se non quello di impedire ad un regista di cambiare toni o linguaggio), Moretti consegna un'opera buia e severa sulla passività ed apatia della società e sulla relazione e responsabilità genitore figlio

La mia non vuol essere una recensione, anche perché onestamente non credo di essere in grado di recensire, parola scomoda che svela una volontà di giudizio, l'ultimo film di Nanni Moretti. Non credo di potermi elevare al di sopra, o prendere qualsiasi posizione rispetto a Tre Piani; ma anche poter prenderne la giusta distanza.

Dirò semplicemente che Tre Piani è l'opera più complessa e allo stesso tempo probabilmente più riuscita di Moretti. Il film contiene traccia di tutti i lavori precedenti del regista, oserei dire che summa di un pensiero che nasce alla fine degli anni '70 e che oggi, finalmente dopo oltre quaranta anni, conclude un cammino. Si chiude un cerchio.

Tre Piani è un film di presenze e di fantasmi, di nascite e di morti, di irresponsabilità, ma anche impossibilità. Un dito puntato contro la società, la famiglia, e sulla distrazione, l'assenza. Una storia di colpe e di complicità, di generazioni che si susseguono pensando di esser nel giusto, che non imparano mai dai propri errori, di uomini che si nascondono, di vecchi derisi e martoriati, rimasti inascoltati. Un film di figli idolatrati, viziati o incompresi, governati e protetti. Di madri (c'è tanto Pasolini in Tre Piani, ma anche Dostoevskij) e padri ciechi.

 

Moretti descrive ciò che siamo diventati, o ciò che forse siamo sempre stati. Ci aveva avvertito da tempo e noi ci siamo aggrappati al lato più ironico, divertente dei suoi film, nascondendo sotto al tappeto l'avvertimento quasi profetico.

I Tre Piani non sono solamente quelli del palazzo dove vivono i protagonisti del film, ma probabilmente sono anche tre livelli diversi di narrazione, di profondità ed interpretazione. Sono tre generazioni a confronto e probabilmente una grande nostalgia per Moretti dei tempi che furono.

Eccellente la fotografia, ed i movimenti di macchina sempre eleganti. Le musiche di Franco Piersanti sono molto ispirate, ed aiutano a riprendere i temi, anche quelli musicali, lasciati tanto tempo in sospeso, da Sogni d'oro e soprattutto Bianca.

Eccellente tutto il cast, diretto con grande sapienza e padronanza. Si nota un lavoro enorme alle spalle di apprendimento, anche attori che non stimo particolarmente, devo dire con onestà, come Riccardo Scamarcio ed Alba Rohrwacher, danno una grande prova di sensibilità e multisfaccettatura. 

Grande attenzione ai particolari e a simboli che questa volta non vengono gridati o evidenziati con enfasi. Non ci sarà Moretti che prende in mano una teiera scheggiata e rincollata per descrivere la famiglia, non ci sarà un gelato fragola, limone, croccantino e panna per dire che bisogna provare prima di capire se si sta veramente bene insieme.

Oggi Moretti raggiunge una invidiabile maturità e consapevolezza, consegnandoci un'opera che si ricollega a quel filone del grande cinema italiano che sembrava essersi smarrito.

 

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