Regia di Nanni Moretti vedi scheda film
In un condominio di Roma centro vivono tre famiglie che fanno i conti con lo scorrere imprevedibile della vita quotidiana. Un incidente stradale procurato dal figlio di una coppia di giudici, che vivono nella palazzina, dà il via ad una serie di eventi che sfuggono di mano a tutti e che verranno “digeriti” solo dopo diversi anni, quando il passaggio attraverso diversi momenti critici, consentirà ad alcuni dei protagonisti di trovare una pacificazione interiore.
Il film di Nanni Moretti è tratto da un racconto e si snoda lungo un periodo di dieci anni, un tempo necessario per osservare come possono cambiare le dinamiche interiori e relazionali nel tempo. I tre piani dell’edificio sono anche i tre piani temporali a cui la narrazione fa riferimento. C’è un presente dove gli eventi causano dolori che si protraggono nel tempo fino a costituire quel passato doloroso con cui dover sempre fare i conti, conti che solo se risolti possono garantire un futuro migliore. Ma sono anche tre i piani di riferimento relativi alle età dei protagonisti, che in qualche modo coincidono anche con le varie fasi dell’incontro col dolore e della sua elaborazione: ci sono tanti protagonisti piccoli, neonati e bambini, c’è la fascia degli adulti giovani e infine ci sono gli anziani. La storia raccontata, vuoi per il contenuto, vuoi per la sua messa in scena appare sempre al limite del grottesco mettendo una certa distanza alla possibilità di partecipazione emotiva dello spettatore che pure potrebbe essere intensa visti i temi trattati. Probabilmente, però, è più importante entrare nel flusso della storia e perdersi nell’imprevedibilità e a tratti nella poca credibilità degli eventi che si susseguono perché tutto sommato è molto più simile a ciò che accade nella realtà.
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